Nazareno Strampelli : ” Precursore della rivoluzione verde ” Un Francobollo per ricordarlo

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Venerdì 8 novembre alle ore 11,00 nella sala consiliare del Comune di Rieti viene presentata l’emissione del francobollo Nazareno Strampelli.

In occasione della Giornata Mondiale della Scienza, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha lanciato la notizia di un nuovo francobollo per l’8 novembre 2024 e che sarà dedicato al genetista Nazareno Strampelli.

La richiesta nasce dal Comitato Cittadino come riconoscimento al grande scienziato e viene accolta con favore da Rieti.

Strampelli viene considerato il “padre del grano” per il suo lavoro innovativo nella creazione di nuove varietà di grano tra le quali il “Senatore Cappelli”. Attraverso il suo operato è aumentata la resa del grano, la resistenza alle malattie delle colture favorendo lo sviluppo dell’agricoltura italiana e mondiale.

Un tributo doveroso quello di questo francobollo ad un uomo che ha segnato la storia della scienza dell’agricoltura. La città di Rieti è molto orgogliosa di questo riconoscimento che contribuirà a mantenere viva la memoria di Nazareno Strampelli.

La notizia è stata comunicata direttamente dal Sottosegretario di Stato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Fausta Bergamotto, al presidente del Comitato Cittadino “Nazareno Strampelli”.

Dall’inizio di questo secolo e fino agli anni ’40, Rieti è stata la sede di una delle pagine maggiormente significative della granicoltura mondiale. La Cattedra ambulante di granicoltura nata nel 1903, poi trasformata in Stazione sperimentale nel 1909 con le altre strutture, connesse, dall’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura di Roma, alle stazioni fitotecniche di Foggia, Cagliari, Badia Polesine, S.Michele all’Adige, Montagnana ecc., fanno tutte parte dell’esperienza scientifica che Nazareno Strampelli, il fondatore della genetica agraria italiana, a creato e coordinato da Rieti.

Già negli anni trenta circa il 70% della superficie granaria nazionale era coltivata con i frumenti creati a Rieti, e questi progressivamente si diffusero nel resto del mondo. Nel 1922 Strampelli venne chiamato dal governo Argentino per studiare la politicacerealicola di quel paese che al tempo era il massimo esportatore di grano al mondo. Dal 1925 egli fece parte del Comitato permanete del grano, quel superorganismo voluto e presieduto dallo stesso Mussolini per condurre la “battaglia del grano” indirizzata a raggiungere l’autosufficienza granaria in Italia, cosa che si ottenne proprio grazie ai frumenti inventati da Strampelli a Rieti.

Difficile dire quanto siano stati, e ancora oggi sono coltivati i frumenti Strampelli nel resto del mondo. La Società italiana di Genetica Agraria sembra essere intenzionata a realizzare una apposita indagine e a organizzare un congresso mondiale dedicato a Strampelli.

Ma la vera applicazione su larga scala i frumenti Strampelli l’ebbero dopo il 1949, quando nel contesto della rivoluzione maoista la superficie granaria della Repubblica popolare venne aumentata del 30% coprendo un area di oltre 30 milioni di ettari.
I frumenti Strampelli, insieme ad alcuni altri italiani che, come abbiamo visto, derivano in ogni caso geneticamente da quelli di Strampelli, contribuirono a far si che la produzione media per ettaro in Cina aumentasse di ben 5 volte passando dai 7 ai 35 quintali. Cosi i grani che in Italia erano stati gli artefici della battaglia del grano, vero e proprio simbolo del fascismo, in Cina furono al servizio della rivoluzione maoista.

Complessivamente ben 189 diverse qualità di frumento coltivate in Cina derivano direttamente dai frumenti che Strampelli creò a Rieti e il numero è di certo approssimato per difetto se si tiene conto che una indagine del 1992 del genetista Zheng ha messo in luce che oltre 600 qualità di frumento con pedegree noto, coltivate attualmente in Cina possiedono almeno un genotipo italiano ed è facile immaginare quanti di questi derivino direttamente e indirettamente dai grani Strampelli.

Si sta anche lavorando affinché queste testimonianze diventino un museo che non solo è un atto dovuto di questa città nei confronti di uno dei suoi figli migliori, ma rappresenterebbe la prima struttura di questo tipo esistente al mondo e questo non perché altrove non sia nata l’idea, ma perché è a Rieti che il “padre dei grani” ha operato e a Rieti a lasciato le sue testimonianze e Rieti oggi non può perdere questa occasione anche per i non pochi risvolti turistici che da tale operazione è lecito attendersi.

 

Alessandra Trotta

(Giornalista e scrittrice)


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