In Commissione Cultura della Camera le iniziative per includere gi edifici di Latina nel Patrimonio Unesco

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Un atto che impegna il governo ad adottare le iniziative necessarie ad “includere gli edifici di fondazione del comune di Latina quali sito del patrimonio mondiale Unesco”.

E’ il contenuto della risoluzione presentata lo scorso marzo dalla deputata della Lega Giovanna Miele e in calendario per mercoledì in Commissione Cultura della Camera.
Nel documento la deputata ricorda la genesi della città, una delle più giovani d’Italia, “essendo una città di fondazione nata col nome di Littoria durante il ventennio fascista, a seguito della bonifica integrale dell’Agro Pontino”, il successivo cambio del toponimo fascista, nel 1944, con la denominazione di Latinia e l’anno successivo con quello attuale di Latina.
La città, a partire dalla Piazza del Popolo o Piazza del Littorio all’epoca della fondazione, con la caratteristica Torre Civica con orologio, la piazza San Marco dove sorgeva l’ Opera Nazionale Balilla e ora c’è il Museo civico Duilio Cambellotti, il Palazzo delle Poste di Angiolo Mazzoni, o il Palazzo M, la costruzione voluta dal fascismo dalla caratteristica che ricalca la forma dell’ iniziale di Mussolini, è un concentrato di architettura razionalista con richiami all’avanguardia futurista, (come per il condominio di Piazza Roma).
Per la deputata della Lega, l’inserimento degli edifici di fondazione di Latina nell’elenco dei siti patrimonio dell’umanità Unesco otre a portare “maggiore attenzione” al valore artistico e storico della città potrebbe costituire il “primo tassello per il riconoscimento del prezioso percorso delle città di fondazione, ovvero tutte quelle dislocate a breve distanza l’una dall’altra che hanno condiviso la stessa sorte: Pontinia, Sabaudia, Aprilia e Pomezia”.

La risoluzione presentata dalla deputata della Lega Giovanna Miele, in discussione presso la Commissione Cultura della Camera dei Deputati, mira a impegnare il governo nell’adozione di misure necessarie per inserire gli edifici di fondazione del comune di Latina nella lista dei siti patrimonio mondiale dell’Unesco. Latina, una delle città più giovani d’Italia, fu fondata durante il ventennio fascista con il nome di Littoria, dopo la bonifica dell’Agro Pontino. Nel 1944 cambiò nome in Latinia e, successivamente, divenne Latina.

Il documento sottolinea l’importanza architettonica e storica della città, caratterizzata da edifici in stile razionalista con influenze futuriste, come il Palazzo delle Poste di Angiolo Mazzoni e il Palazzo M. Tra i luoghi simbolo si trovano anche Piazza del Popolo, con la Torre Civica, e Piazza San Marco, dove oggi si trova il Museo civico Duilio Cambellotti.

Secondo la deputata Miele, il riconoscimento Unesco non solo porterebbe maggiore visibilità a Latina, ma potrebbe rappresentare un primo passo verso la valorizzazione di altre città di fondazione situate nelle vicinanze, come Pontinia, Sabaudia, Aprilia e Pomezia, che condividono un percorso storico simile.

La proposta di Miele non è passata inosservata. Le opposizioni, in particolare gli esponenti di Alleanza Verdi e Sinistra e del Partito Democratico, hanno reagito con fermezza. Laura Boldrini del PD ha descritto l’iniziativa come un “tentativo di nobilitare il fascismo”, sottolineando che ciò rappresenterebbe una pericolosa revisione storica. Anche Elisabetta Piccolotti di Avs ha sollevato dubbi sul “valore universale” degli edifici in questione, insinuando che ci sia una fissazione da parte della destra di governo per il Ventennio fascista.

In risposta alle critiche, Giovanna Miele ha ribattuto con fermezza, definendo le accuse come “subdole” e “vigliacche”. Ha affermato che l’intento della proposta è quello di valorizzare il patrimonio architettonico di Latina e non di evocare nostalgie storiche. Miele ha inoltre ricordato che negare il valore storico di tali edifici significherebbe cancellare parti fondamentali della nostra storia. “Latina ha il sacrosanto diritto di rivendicare la sua unicità,” ha dichiarato, sottolineando che il patrimonio artistico e architettonico della città merita di essere conosciuto e apprezzato.

La controversia mette in evidenza una questione più ampia: il rapporto tra memoria storica e identità culturale. Mentre alcuni vedono gli edifici di fondazione come simboli di un’epoca da dimenticare, altri li considerano un valore da preservare per le future generazioni. Miele ha sottolineato che è fondamentale per i giovani conoscere la storia per poterla interpretare e comprendere appieno.

In conclusione, la proposta di Giovanna Miele per far riconoscere gli edifici di Latina come patrimonio dell’UNESCO ha aperto un acceso dibattito che va oltre la mera questione architettonica. Si tratta di una riflessione profonda sulla memoria, storia e identità di una città che, pur con il suo passato controverso, ha molto da offrire al futuro. La discussione è destinata a proseguire, con la speranza che possa portare a un confronto costruttivo e a una valorizzazione autentica del patrimonio culturale di Latina.

Alessandra Trotta

(Giornalista e scrittrice)


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