Dalla Regione un piano da 17 milioni di euro per abbattere le liste d’attesa permettendo alle aziende sanitarie di erogare 400mila prestazioni “fuori soglia”. Ovvero gli esami e le visite che superano i tempi di garanzia previsti per le liste di attesa dalla normativa vigente. La delibera approvata nel pomeriggio di oggi dalla Giunta regionale, su proposta del presidente Francesco Rocca, consentirà di riportare nei termini previsti dalla normativa tutte le prestazioni urgenti (da effettuare entro 72 ore), brevi (da garantire entro 10 giorni), differite (da erogare entro 30 giorni per le visite ed entro 60 giorni per gli accertamenti specialistici) e programmabili (da assicurare entro 120 giorni).
“Sono particolarmente orgoglioso del lavoro che stiamo portando avanti sulla riduzione delle liste d’attesa -spiega Rocca -. Si tratta di un tema di giustizia e di qualità della vita dei pazienti”. Per il presidente, lo stanziamento di 17 milioni per abbattere le liste d’attesa rappresenta “un ulteriore passo avanti verso una gestione pienamente virtuosa ed efficiente delle prenotazioni sanitarie nel Lazio, il nostro obiettivo finale, secondo le linee guida del ministero della Salute. Tutto questo è stato possibile grazie a un lavoro di pianificazione strategica senza precedenti, territorio per territorio. Questo risultato, per il quale ci siamo impegnati fin dal primo giorno, non l’avremmo conseguito senza il lavoro appassionato e generoso del direttore della direzione Salute e integrazione sociosanitaria, Andrea Urbani, dei dirigenti regionali e di tanti collaboratori. A loro va la mia gratitudine: insieme stiamo cambiando il volto del nostro servizio sanitario regionale, restituendo dignità e orgoglio tanto agli operatori quanto ai cittadini laziali”.
Le aziende sanitarie dovranno predisporre, entro 20 giorni, un piano per l’abbattimento delle liste di attesa (nel rispetto dei tempi appropriati per ogni singola prestazione e necessità di cura); ed entro i successivi 60 giorni dare attuazione alle misure stabilite. Il provvedimento nasce da un percorso intrapreso dall’Amministrazione regionale, partendo dall’informatizzazione della gestione delle liste di attesa e dall’integrazione delle agende pubbliche con quelle delle singole strutture private accreditate nel Recup, che è diventato l’unico punto di accesso dal primo gennaio 2024. Dal mese di settembre, l’Amministrazione regionale è, infatti, in grado di monitorare quotidianamente le prestazioni di specialistica ambulatoriale che superano i tempi di garanzia previsti per le liste di attesa. E, al momento, la Regione Lazio, come si legge in una nota “ha una fotografia nitida delle prestazioni bucate, a differenza del passato, e continua a investire nella cosiddetta ‘spesa buona’, attingendo dai fondi accantonati con l’obiettivo di abbattere le liste d’attesa”. Principalmente le prestazioni “fuori soglia” dovranno essere superate tenendo conto dell’ordine cronologico delle richieste di prenotazione di ciascuna classe di priorità e di quelle ritenute maggiormente critiche. In particolare, le aziende dovranno adottare le seguenti modalità: l’utilizzo delle prestazioni aggiuntive in via prioritaria e principale; l’attività libero-professionale intramuraria in via subordinata e, da ultimo, il ricorso al privato accreditato con le strutture presenti sul territorio, motivando la mancata attivazione delle misure interne. In tal caso, le aziende dovranno procedere all’assegnazione di un budget aggiuntivo e alla sottoscrizione di un accordo contrattuale. Ogni azienda, inoltre, dovrà attivare un sistema di monitoraggio per verificare l’attuazione delle misure previste.
Ecco, nel dettaglio, i numeri delle prestazioni fuori soglia delle Asl del Lazio e le risorse stanziate dalla Regione: Asl Roma 1, le prestazioni fuori soglia sono 94.141 per 3,7 milioni di euro; Asl Roma 2, 98.770 per 4,5 milioni di euro; Roma 3, 35.772 per 1,5 milioni di euro; Asl Roma 4, 21.753 per oltre 796mila euro; Asl Roma 5, 22.539 per un milione di euro; Asl Roma 6, 28.761 per 1,2 milioni di euro; Asl di Latina, 28.171 per 1,3 milioni di euro; Asl di Frosinone, 27.120 per un milione di euro; Asl di Viterbo, 24.783 per 990mila euro; Asl di Rieti, 17.698 per 840mila euro.
«Il Programma straordinario per la riduzione dei tempi delle liste d’attesa per l’anno 2024, approvato dalla Giunta regionale del Lazio, prevede uno stanziamento di circa 17 milioni di euro per le aziende sanitarie laziali, di cui oltre un milione di euro per l’Asl di Frosinone, conferma il grande e costante impegno del presidente Rocca e del Governo regionale nel definire un nuovo modello di sanità, con una attenzione nuova e concreta verso il territorio e le esigenze dei cittadini, con l’obiettivo di superare le criticità riscontrare negli anni precedenti».
Lo ha dichiarato l’assessore all’Urbanistica, alle Politiche abitative, alle Case popolari e alle Politiche del Mare della Regione Lazio, Pasquale Ciacciarelli.
«Con lo stanziamento di queste risorse, le aziende sanitarie saranno in grado di predisporre il Piano aziendale, illustrando le misure da adottare per ridurre le liste di attesa e garantire l’erogazione delle prestazioni sanitarie ai propri cittadini “fuori soglia”. Ringrazio il presidente Francesco Rocca costantemente impegnato sulla sanità, a tutela e a garanzia dei cittadini del Lazio», ha concluso l’assessore Pasquale Ciacciarelli.
Grazie a un gran lavoro di riordino del caos contabile e a una rigorosa razionalizzazione delle spese, la Regione nel 2026 potrà dire addio al piano di rientro e, quindi, alle imposte addizionali che da anni gravano su imprese e cittadini.
Il governatore Francesco Rocca, insieme all’assessore al Bilancio, Giancarlo Righini. «Pensavo che questo giorno sarebbe arrivato tra molti mesi – ha spiegato il presidente – visto anche il punto di partenza, ovvero due indagini della magistratura per la mancata trasparenza nei conti regionali. E ora è arrivato il pareggio di bilancio, che ci conferma che per quanto la strada sia in salita, è quella giusta».
Nel dettaglio, i dati vengono forniti da Righini: «Siamo partiti – ha spiegato – a marzo del 2023 con oltre 300 milioni di disavanzo complessivo, ma pian piano e con sacrifici abbiamo iniziato a raggiungere risultati importanti». Lasciando da parte la gestione 2020-2022 «perché quella del Covid è stata fatta con deroghe alle del gioco per una priorità sanitaria», ancora Rocca, «e occorreva dare una risposta senza precedenti», l’attività di ricognizione e di razionalizzazione è partita da 700 lettere agli avvocati delle Asl e 7mila richieste ai fornitori, per arrivare poi al taglio delle spese improduttive, puntando di contro su quelle che l’amministrazione regionale ha definito «buone» in quanto si sarebbero potute tradurre in servizi ai cittadini.
Servizi che lo stesso Rocca elenca: le 14mila assunzioni, l’acquisto di oltre 300 apparecchiature, gli ospedali e le case di comunità, le centrali operative territoriali e l’abbattimento delle liste d’attesa con l’ingresso della totalità delle prestazioni erogate dai privati convenzionati all’interno del Recup. Così, secondo i conti della Regione, il disavanzo nel 2022 è stato ridotto a 129 milioni e il 2023 si è chiuso con 32 milioni di utile.
Alessandra Trotta
(Giornalista e scrittrice)
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