SABAUDIA – La nota stampa delle minoranze consiliari.

Il consigliere regionale Tripodi che dovrebbe fare le leggi che riguardano la totalità dei cittadini del Lazio (perché la Regione ha una funzione legislativa in determinati ambiti e con l’autonomia differenziata sarebbero ampliati), difende il vicesindaco di Sabaudia accusando la minoranza di essere garantisti a giorni alterni. Qualcuno dovrebbe spiegare al Consigliere regionale di Forza Italia che nessuno ha mai parlato di vicende giudiziarie. Ergo: potremmo affermare che il consigliere Tripodi è a conoscenza di questioni giudiziarie di cui nessuno di noi, rispettosi della divisione dei poteri previsti dalla Costituzione, ha mai fatto cenno. Se così fosse ci metta al corrente, visto che su questa questione in consiglio comunale il vicesindaco ha, opportunamente perché non era il tema all’ordine del giorno, glissato e nessuno della minoranza ha sollevato il problema tenendo, opportunamente negli interventi, divise le due fattispecie. Il tema non è il garantismo ma più semplicemente riguarda il conflitto di interessi, che non è detto che non possa avere riflessi di natura penale. Questo ulteriore aspetto, comunque, non ha interessato la minoranza.

Quello che è stato sottolineato è che nel momento dell’adozione di un atto amministrativo o non adozione (nel caso una delibera di Giunta comunale per la costituzione in giudizio in un procedimento che riguarda un provvedimento del comune che si basava su tre atti – uno del settore legale del comune, un nulla osta del parco e la Vinca della Regione Lazio) doveva essere fatta presente una condizione di conflitto di interessi da parte del vicesindaco perché, l’adozione o meno di quell’atto avrebbe potuto comportare un ipotetico vantaggio economico ad un soggetto che partecipava alla seduta, essendo il progettista incaricato della SCIA commerciale, quandanche fosse solo il presentatore ovvero colui che veniva formalmente delegato a presentarla. Uno dei principi su cui si basa l’azione amministrativa è la cosiddetta imparzialità oltre quello della trasparenza. Correttezza avrebbe voluto che avesse rilevato la condizione, nel caso si fosse assentato se votata o, al contrario se rinviata indietro fosse stato messo a verbale la motivazione e la sua non presenza alla decisione: nulla di più di tutto questo. Il resto sono tutte parole.

Il Consigliere Regionale Angelo Tripodi dovrebbe sapere, visto che ricopre una funzione legislativa, che il rapporto tra indirizzo politico ed amministrativo si regge su una distinzione tra il ruolo di assessore o consigliere e quello di dirigente o funzionario. Una separazione di funzioni che è ha come presupposto l’articolo 97 della Costituzione declinato dal decreto legislativo 165 del 2001. Il Consigliere regionale dovrebbe, lui per primo, porsi l’interrogativo sulla legittimità della richiesta del vicesindaco all’ufficio suap (mi viene un dubbio perché abbia scritto solo all’ufficio demanio e non a tutti gli uffici).

Con riferimento alla dirigenza amministrativa, la giurisprudenza costituzionale ha affermato più volte che una «netta e chiara separazione tra attività di indirizzo politico-amministrativo e funzioni gestorie» costituisce una condizione «necessaria per garantire il rispetto dei principi di buon andamento e di imparzialità dell’azione amministrativa» Al principio di imparzialità sancito dall’art. 97 Cost. si accompagna, come «naturale corollario», la separazione «tra politica e amministrazione, tra l’azione del “governo” – che, nelle democrazie parlamentari, è normalmente legata agli interessi di una parte politica, espressione delle forze di maggioranza – e l’azione dell’“amministrazione” – che, nell’attuazione dell’indirizzo politico della maggioranza, è vincolata invece ad agire senza distinzione di parti politiche, al fine del perseguimento delle finalità pubbliche obbiettivate dall’ordinamento».

Il Consigliere regionale Angelo Tripodi ogni tanto dia una ripassata alla Costituzione: non fa mai male.


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