LATINA – In occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, celebrata ogni anno il 3 ottobre, nell’anniversario della tragedia di Lampedusa del 2013 è opportuno ricordare che nell’ultimo decennio, dal 2014 al 2023, sono state più di 30.000 le vittime nel Mediterraneo, di cui 6.000 bambini. Almeno altre 15 morti si sono verificate solamente lunedì scorso di fronte alle coste dell’isola di Djerba in Tunisia, un Paese partner e di fondamentale importanza per l’Italia. Il governo continua a celebrare la diminuzione degli arrivi, calando il silenzio sul numero dei morti in mare che invece continua ad aumentare. Spiegabile anche con una collaborazione non all’altezza delle aspettative dei Paesi nordafricani, alle cui autorità vengono forniti mezzi talvolta obsoleti e motovedette insufficienti per il pattugliamento delle loro coste.

Mentre restiamo in attesa di conoscere le responsabilità per la più recente strage di Cutro, vorrei richiamare le coscienze dell’esecutivo – sulle quali pesa la morte di madri, bambini e neonati – affinché la loro priorità diventi salvare vite e non tenere lontano il problema dagli elettori. È ora che si assumano le proprie responsabilità non solo politiche e di fronte alla legge, dalla quale non sono esenti, ma soprattutto umane. Spero che la premier Meloni, in quanto madre, non si volti dall’altra parte di fronte a questi numeri e riveda l’approccio fin qui adottato affinché vengano forniti mezzi legali a sostegno di una migrazione regolare soprattutto verso i più giovani e chi ne ha diritto, nonché più risorse per la cooperazione internazionale. Non farlo significa, distruggere la credibilità del nostro Paese agli occhi dei nostri partner globali nonché la nostra tradizione di Paese cristiano i cui valori la nostra premier dovrebbe conoscere bene dato che si proclamava – almeno a parole – donna, madre e cristiana.

Lo dichiara l’Onorevole Marinella Pacifico, già Senatrice della Repubblica


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