Il Vescovo di Aprilia ” La città si sente umiliata, è ora di un’autocritica “

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I fuochi d’artificio allo stadio Quinto Ricci e lo spettacolo comico in piazza Roma è andata in archivio l’edizione 2024 della festa di San Michele Arcangelo. Una manifestazione diversa da quelle del passato, anche per la situazione che si registra in città dopo l’inchiesta Assedio di inizio luglio che ha portato al Commissariamento del Comune di Aprilia. Il momento più significativo delle celebrazioni si è però avuto nel corso della Santa Messa, quando il vescovo di Albano, monsignor Vincenzo Viva, ha pronunciato parole molto dure rispetto a quanto sta emergendo dalle indagini. «Ci troviamo quest’anno in un momento delicato, quasi di sconfitta della vita civica di questa amata città di Aprilia: lo scioglimento del Consiglio comunale, per le vicende che ci sono ben note, ha diffuso in tutta la città sentimenti di incredulità, di indignazione e di vergogna. Tanti onesti e bravi cittadini – ha detto monsignor Viva – fanno fatica a comprendere la gravità di questo fatto, si sentono umiliati per la cattiva immagine che si dà di questa città, percepiscono un senso di sfiducia verso le istituzioni, quasi di tradimento della fiducia da chi è chiamato a governare». Al tempo stesso il vescovo di Albano ha invitato le forze sane e genuine di Aprilia a rialzarsi, ad operare un riscatto sociale. «Come si costruisce – si domanda Vincenzo Viva – il bene comune? Anzitutto, ci vuole autocritica, riconoscendo che i problemi che stiamo vivendo non riguardano solo i politici, ma tutta la città. I politici sono sempre espressione di una società e di una cultura: tutti abbiamo il dovere della vigilanza, della partecipazione attiva, dell’educazione alla legalità. Tutti dovremmo indignarci quando ci sono soprusi, quando la violenza prevarica il debole, quando ci sono attività illegali sotto i nostri occhi e noi pensiamo che ciò sia normale. Oggi la fede qui ad Aprilia deve tradursi in impegno concreto per il bene della città».


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