Il culto di sé è la palla al piede della Meloni !

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E’ incredibile la megalomania in cui rischia di affogare la Meloni nella convinzione che il suo nome sia rifugio al riparo di tutte le contraddizioni, una sorta di lampada di Aladino che basta sfregare per averne il consenso! Dopo un laborioso parto europeo, riacciuffato per i capelli con un formale riconoscimento del ruolo dell’Italia, ma con un accentramento di potere di Ursula von der Line, che lascia poco spazio di manovra alle permanenti ambiguità della Meloni, la Presidente del Consiglio s’inventa la mossa pubblicitaria nel momento sbagliato, col più potente imprenditore mondiale Elton Musk in questo momento caratterizzato per il sostegno a unTrump, un vero e proprio pugno nello stomaco di una maggioranza europea timorosa di restare sola ad affrontare il doppio fronte ucraino-palestinese. Il giudizio in Europa è sferzante: “La Meloni inaffidabile fino al prossimo giro di walzer! Scelte strategiche a suo dire : multilateralismo con accentuate venature patriottiche, riecheggianti i Patrioti alla Salvini per giunta filoputiniani-trumpiani! Un multi-lateralismo da conquistare tra le grandi potenze solo se si rafforza un ruolo unitario europeo! Consapevole di queste incertezze strategiche, la Meloni si rifugia nel culto dell’io, della sua immagine alimentata anche da riconoscimenti prestigiosi ma in un momento sbagliato mentre cresce sotto i colpi referendari un brusco ridimensionamento della sua capacità di guida di un governo in affanno anche per inadeguatezza di classe dirigente mentre all’opposizione, a partire dagli enti locali, crescono le occasioni di convergenze con un Conte alle prese con il taglio ombelicale con Grillo prima di una scelta di campo senza tentennamenti e soprattutto afflitto da un lungo amarcord di potere con un Salvini indigesto e controproducente alla sua maggioranza! Il culto di sé è lo stesso che col premierato tende ad un potere personale assoluto senza contrappesi, quello per intenderci che la porta dritto alle pulsioni sovraniste di Orban e la Le Pen, un dito nell’occhio di un Europa sempre più solidale per far fronte a sfide di valenza globale. Dopo scelte profonde di valore europeo ed atlantico la Meloni rischia per sé e per il Paese la perdità di credibilità! Bisogna salvare lei e l’Italia, un compito primario anche per l’opposizione costruttiva che deve mirare ad una nuova stagione di solidarietà costituzionale che non intacchi l’obbiettivo democratico di un’alternanza alla guida del Paese. Sono certo che la Meloni è consapevole del pericolo che corre ed è tentata da un ritorno anticipato alle urne, tenendosi lontana dalla madre, su sua misura, di tutte le riforme.

Rodolfo Carelli ( Ex Parlamentare DC)


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