ROMA – Il Consiglio di Stato, con due recenti sentenze, ha affrontato casi complessi riguardanti la gestione dei rifiuti nel Lazio, coinvolgendo la CSA S.r.l., la Regione Lazio, R.I.D.A. Ambiente S.r.l., i Comuni di Formia e Ventotene con la Formia Rifiuti Zero e la Saf. Le decisioni prese rappresentano un punto cruciale nella regolamentazione e autorizzazione degli impianti di trattamento rifiuti.
La Sentenza n. 5936/2023: Questo caso coinvolge la CSA S.r.l., titolare di un impianto di trattamento rifiuti a Castelforte (LT). La Rida aveva impugnato un provvedimento della Regione Lazio che autorizzava modifiche non sostanziali all’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) dell’impianto. R.I.D.A. Ambiente S.r.l., gestore di un impianto di Trattamento Biologico Meccanico nell’Ato di Latina, contestava questa autorizzazione, sostenendo che il PRGR 2020 non menzionava l’impianto di CSA tra quelli idonei a soddisfare il fabbisogno di trattamento dei rifiuti urbani. Il Consiglio di Stato ha confermato l’annullamento delle modifiche, stabilendo che l’impianto di CSA, non essendo contemplato nel PRGR 2020, è da considerarsi “nuovo” e quindi soggetto a divieto di ampliamento.
202407208_11La Sentenza n. 357/2024: Questo caso riguarda una disputa tra CSA S.r.l., il Comune di Formia e la FRZ S.r.l. in merito al conferimento dei rifiuti. CSA contestava la decisione del Comune di conferire i rifiuti urbani a un altro impianto, sostenendo che il proprio impianto fosse idoneo. Tuttavia, il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del TAR di dichiarare il ricorso di CSA privo di interesse. Il tribunale ha evidenziato che il contratto di affidamento era scaduto e che l’impianto di CSA non disponeva delle biocelle necessarie per trattare rifiuti con una frazione umida superiore al 15%, rendendolo quindi inidoneo.
C.S.A.-COMUNE DI FORMIA APPELLODue sentenze che sottolineano l’importanza di una stretta aderenza alle normative regionali e nazionali per quanto riguarda la gestione dei rifiuti e l’autorizzazione degli impianti, oltre a ribadire la necessità di un’adeguata capacità tecnica da parte degli impianti stessi per poter operare in conformità con le richieste dei comuni.
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