Primo sì dell’Asl Toscana al suicidio assistito

Una donna di Pisa di 53 anni malata di sclerosi multipla progressiva potrà mettere fine alle sue sofferenze

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Marco Cappato
Marco Cappato

PISA – La decisione è arrivata per una 53 enne pisana malata di sclerosi multipla progressiva alla quale il trattamento era stato negato dalla Asl in precedenza dopo il no della paziente alla Peg, l’alimentazione assistita tramite sondino naso gastrico, decisione presa per evitare inutili sofferenze e una probabile morte dolorosa per soffocamento. L’alimentazione assistita secondo una precedente sentenza della Consulta rappresentava un requisito fondamentale per il suicidio assistito. Un caso di «paradossale e assurda violenza», aveva commentato Marco Cappato dell’associazione Coscioni. La battaglia della paziente pisana si è conclusa grazie a un nuovo pronunciamento della Consulta il 18 luglio scorso che nella nuova sentenza ha chiarito che “non vi può essere distinzione tra la situazione del paziente già sottoposto a trattamenti di sostegno vitale, di cui può chiedere l’interruzione, e quella del paziente che non vi è ancora sottoposto, ma ha ormai necessità di tali trattamenti per sostenere le sue funzioni vitali”. La donna ha quindi ottenuto il diritto a porre fine alle sue sofferenze. Esprime soddisfazione Filomena Gallo dell’associazione Coscioni: “La signora dopo mesi di attesa e sofferenze, con il rischio di morire in modo atroce per soffocamento anche solo bevendo, potrà decidere con il medico di fiducia quando procedere. Le decisioni della Consulta, che hanno valore di legge, colmano il vuoto in materia. Il Parlamento ora dovrà adeguare i testi dei disegni di legge su cui sono iniziate le audizioni perché risultano non conformi al giudicato costituzionale».


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