LATINA – Continua l’attesa del nuovo piano industriale di ABC, ancora una volta rimandato perché l’amministrazione sceglie di tagliare il costo del servizio per un milione di euro rispetto all’attuale base del contratto di 17.8 milioni.
Si annunciano altri risparmi, che porterebbero ad un minor costo complessivo del servizio di circa 2 milioni di euro, ma è solo fumo negli occhi per i cittadini, con un costo caricato in bolletta di 34 milioni di euro che rimane invariato, mentre il contratto di servizio con ABC si fermerà a 16.8 milioni.
Se ABC rappresenta la metà del costo per la gestione dei nostri rifiuti, come spendiamo il resto?
L’operazione è tutta politica: taglio alle risorse per organizzare il servizio per i cittadini e rimodulazione con nuovo metodo di raccolta, non più il porta a porta per la differenziata ma introduzione di cassonetti intelligenti a cui conferire umido, carta, vetro e indifferenziato con frequenze di ritiro anche maggiori di quelle attuali. In questo modo, secondo il comune, si risparmierebbe sul personale e si estenderebbe al centro la raccolta differenziata.
La sindaca Celentano, intanto, ha fatto un lungo intervento sulla questione della costituzione di parte civile del Comune per Latina Ambiente, in cui traspare tutto l’imbarazzo di che cerca di sviare adottando considerazioni tra l’ovvio e il fumoso, tutte volte a tutelare persone di sua fiducia. Stesso discorso quando afferma di voler capire “di chi sono le responsabilità della gestione di Latina Ambiente”, essendo ben consapevole che dal punto di vista amministrativo e politico tali responsabilità sono tutte delle amministrazioni di destra del passato.
Ma il dato che preoccupa maggiormente è il silenzio assoluto sul problema che sta più a cuore ai cittadini: qualità e sostenibilità del servizio di raccolta.
La scelta di tagliare il costo a prescindere è sbagliata e rischia di costituire un boomerang amministrativo in termini di servizio più scadente per i cittadini e successiva lievitazione di costi.
Se da un lato è legittimo che l’amministrazione comunale voglia adottare un nuovo metodo di raccolta, giudicando quello seguito sinora poco adatto per il centro e troppo costoso in termini di personale, dall’altro ci chiediamo come intenda fare fronte ad una fase di transizione nella riorganizzazione del servizio che comporterà investimenti e necessità di risorse.
Immaginando che il primo step sia l’estensione del servizio al centro, ne consegue che ABC dovrà acquistare i nuovi cassonetti e predisporre tutto ciò che serve al nuovo metodo di raccolta, continuando a sostenere tutti gli attuali costi del porta a porta per borghi e quartieri. La raccolta dai cassonetti dovrà poi essere garantita con cadenza frequente, in modo da consentire di cittadini di smaltire in tempi brevi tutti i rifiuti, organizzando conferimento e ritiro in modo adeguato e su base settimanale, come avviene con il porta a porta dove è attuato.
Tutto ciò con un milione di euro in meno? Impossibile!
Mancanza di risorse e assenza di organizzazione sono i presupposti che porteranno ad avere tempi di conferimento e ritiro tarati su periodi temporale più ampi, per esempio due settimane, producendo un duplice danno: città invasa dai rifiuti e diminuzione della differenziata.
Aumentare la differenziata significa diminuire l’enorme costo dei conferimenti in discarica e la riorganizzazione efficiente del servizio, con l’estensione a tutta la città di una sola tipologia di raccolta, ci permetterebbe di raggiungere l’obiettivo del 80% previsto per il 2030 (siamo fermi al 52%). Entro pochi anni Latina potrebbe introdurre una rimodulazione della TARI, garantendo ai cittadini la possibilità di pagare solo per i rifiuti prodotti e tracciati con l’utilizzo dei cassonetti intelligenti.
Non dimentichiamo che l’attuale situazione della TARI genera ogni anno un danno per mancati introiti di 10 milioni ed occorre intervenire sulla grandissima evasione per impedire che l’intero costo sia posto a carico di chi paga il servizio.
L’operazione del Commissario, che ha portato ad un aumento del 30% del costo per i cittadini, nasce infatti dai crediti del Comune verso chi non paga divenuti inesigibili e caricati in bolletta.
Rimandare puntualmente l’intervento sulla banca dati ed il censimento di tutte le utenze significa eliminare le condizioni di sostenibilità aziendale per ABC, sottovalutando la possibile riduzione dei costi a carico dei cittadini e lasciando quest’ultimi esposti a futuri rincari.
Invitiamo la sindaca ad un confronto serio con le questioni che pone il PD nell’interesse dei cittadini e della qualità del servizio.

Riassumendo
17,8 milioni il costo del contratto di servizio con ABC per la raccolta dei rifiuti che Comune vorrebbe ridurre di circa 1 milione di euro; 10 milioni la somma relativa al mancato introito dovuto a chi non paga; 7 milioni circa il costo del conferimento agli impianti per il trattamento dell’indifferenziata.
E’ evidente che occorre abbattere le ultime due voci che insieme oggi raddoppiano il costo del servizio e vengono pagate dai cittadini che non evadono e che non sono morosi.
Per ottenere un risparmio reale e diminuire davvero i costi occorre capovolgere il ragionamento e stabilire quante risorse servono per organizzare un servizio di raccolta rifiuti di qualità, con un’organizzazione amministrativa che ci permetta di:
azzerare i 10 milioni di evasione tari
diminuire drasticamente il volume di indifferenziata che ogni anno sottrae alle casse comunali 7 milioni
introdurre una tariffa basata sulla produzione effettiva che generi risparmio e incentivi comportamenti virtuosi


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