Angiolo Tommasi, uno spirito libero tra colori e note

Il 22 marzo alle 17 alTeatro Goldoni la conferenza

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LIVORNO – Venerdì 22 marzo alle ore 17,00 presso la Sala Mascagni del Teatro Goldoni si terrà la conferenza I Tommasi, un dialogo tra colori e note, ultimo appuntamento annuale dell’interessante attività divulgativa al Teatro Goldoni sui temi dell’arte dello spettacolo.
Giulia Perni (casa editrice Sillabe) intervisterà Alessandra Rey sulla vita dell’artista livornese del quale nel 2023 è ricorso il centenario della morte.

Alessandra Rey

“Questa conferenza è un’iniziativa per ricordare Angiolo e Lodovico Tommasi e il loro rapporto con Mascagni, Puccini e Caruso – dichiara la pronipote dei Tommasi Alessandra Rey – in un ambiente culturale molto vivace che c’era a Livorno, i luoghi storici delle loro relazioni in città e altrove. Ci sarà spazio per la ricerca di documenti inediti ed eventi e per parlare di luoghi purtroppo dimenticati come gli atelier dei due pittori e la cappella di famiglia alla Cigna’. Alessandra Rey Tommasi è laureata in Lingue e Letterature straniere con indirizzo letterario, vive tra la Toscana e la Provenza ed è coordinatrice di progetti culturali tra la Francia e l’Italia. Autrice di articoli su autori teatrali per la rivista “Vivaverdi”; fondatrice e presidente dell’Associazione Site transitoire, scultura monumentale di Jean-Paul Philippe, di cui cura mostre e pubblicazioni. Membro della famiglia Tommasi, pronipote di Angiolo e Ludovico Tommasi e nipote di Ghigo Tommasi, è responsabile degli Archivi Ghigo Tommasi.

Gli Emigranti di Angiolo Tommasi

“Ho ereditato l’archivio inedito da 30 anni – continua – e mi sono sentita in obbligo di condividerlo. Spesso a Livorno si parla di artisti dimenticati ma molto dipende da situazioni e opportunità, dalle associazioni che ci sono dietro e dalla fortuna che hanno avuto in vita gli artisti e se hanno avuto qualcuno in grado di sostenerli. Angiolo Tommasi sicuramente era uno spirito libero, basti pensare al viaggio con l’anarchico Pietro Gori in Patagonia e in Sud America sulle tracce dei migranti italiani in Argentina e all’attenzione nei suoi quadri per la gente e le popolazioni. È stato il primo a fare quadri di analisi sociale, ritraendo gente povera e facendo ricerca antropologica”.


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