FORMIA – Si è conclusa ieri pomeriggio la seduta, risolutiva questa volta, tra la società Corex Spa e i sindacati Uila Uil e Flai Cgil. Dagli atti emerge che, fortunatamente, lo stabilimento della pasta Paone ripartirà con la produzione, salvando così i posti di lavoro dei suoi dipendenti.
Nel dettaglio, l’accordo prevede il contratto di affitto di ramo d’azienda per il tempo necessario alla conclusione della procedura di concordato semplificato in atto (dopo la conclusione negativa dell’8.01.2024, della precedente composizione negoziata) per poter definire successivamente, dopo l’autorizzazione del Tribunale, l’effettiva acquisizione e cessione di ramo d’azienda alla società Corex (attivata, per evitare il fallimento della società Pastificio Paone, che avrebbe avuto quale conseguenza il licenziamento di lavoratori). Gli elementi essenziali sono, appunto, l’affitto del ramo d’azienda alla Corex per un massimo di 12 mesi e il passaggio alla Corex del 96% dei dipendenti (15 su 19, i 4 mancanti hanno comunque consentito l’accordo) con la conservazione dei trattamenti economici ordinari e normativi all’atto del trasferimento alla società Corex. C’è poi una parte consistente dell’accordo che riguarda i diritti sindacali di ciascun lavoratore.
I segretari generale e territoriale della Uila Uil, Giorgio Carra e Luca Lombardo, in una nota diffusa ieri sera hanno ringraziato «tutti gli attori istituzionali che hanno permesso di contribuire al raggiungimento di tale risultato, in primis il sindaco di Formia, Gianluca Taddeo che ha saputo mettersi a disposizione immediatamente, il responsabile della Corex spa, Carmine Aliberti, che ha saputo mantenere con coerenza i livelli occupazionali consentendo la ripresa della produzione, l’amministratore unico Quentin Alejandro Octavio, che hanno saputo velocizzare le incombenze procedurali, oltre a Unindustria, la Regione Lazio e il Ministero del lavoro per il contributo fattivo finalizzato ad ottenere la cassa integrazione e un ringraziamento va anche anche alle 4 maestranze impiegatizie, che purtroppo, per motivi organizzativi della nuova società, non sono stati inclusi nella tutela occupazionale, ma che hanno permesso la conclusione positiva dell’accordo. Ciò dimostra che quando parti istituzionali, sociali e lavoratori lavorano per lo stesso obiettivo, si generano dei miracoli, come questo, che ridanno al territorio la possibilità di una ripresa economica e sociale, inaspettata».
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