E’ ancora viva negli occhi di tutti la grande protesta, che ha visto protagonisti gli agricoltori di molti paesi europei manifestare contro provvedimenti presi dall’Unione Europea.
Una presa di posizione talmente forte e decisa da indurre i burocrati europei a far marcia indietro circa l’emanazione di norme che avrebbero penalizzato profondamente la categoria e, di conseguenza, i cittadini.
Partendo da queste premesse, il circolo di F.d.I di Pontinia, che circa due mesi fa, aveva affrontato il tema della carne sintetica, uno dei cavalli di battaglia degli agricoltori nella loro contestazione, ha organizzato un altro momento di analisi e confronto.
“Un’Europa, che con il passare il tempo, si è mostrata sempre più un pachiderma politico e burocratico, lontano dai bisogni reali dei cittadini – scrivono in una nota i vertici del partito in sede locale -.
Se da una parte, l’unione di tante nazioni ci rende più forti e competitivi nel mondo, è pur vero che gli interessi nazionali tante volte, non coincidono, e sono profondamente diversi. Non sono comprensibili, inoltre, maggioranze di governo che hanno visioni del mondo che vedono l’uomo come l’artefice della distruzione ambientale. Per noi di F.d.I., l’agricoltore è il primo custode del territorio e bioregolatore”.
Un concetto ribadito anche del Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida: “Con le nuove regole europee non si è salvaguardato l’ambiente, sono state solo devastate le produzioni, si è cancellato il reddito di uomini e donne libere che avevano terra e lavoro”.
Il convegno, organizzato dai dirigenti locali del partito a Pontinia, D’Agostino, Baraldi, Fabbri e Mochi, insieme al Presidente Provinciale Sen. Calandrini e al Co-Presidente dei Conservatori Europe,i On. Nicola Procaccini, in programma domani, venerdì 23 febbraio, presso l’Hotel Ares, vuole essere, pertanto, non solo un momento di confronto e di approfondimento sul delicato tema, ma anche “un’opportunità per la nostra comunità cittadina di immaginare una Europa diversa, dove le identità nazionali e le sovranità dei paesi membri vengano rispettate e non calpestate, dove si torni a pensare che l’unione di tanti stati membri non sia più solamente un controllo di bilanci e meccanismi finanziari”.
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