Una mostra a Bologna ci fa entrare nello studio del Guercino

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Una mostra a Bologna ci fa entrare nello studio del Guercino

di Sergio Salvatori

 

Una mostra alla Pinacoteca Nazionale di Bologna ci fa entrare nello Studio di Giovanni Francesco Barbieri, soprannominato il Guercino, affetto fin dall’infanzia da un’evidente difficoltà all’occhio destro. Giovanni Barbieri nasce a Cento nel ferrarese nel 1591. Senza aver avuto nessun maestro già all’età di sei anni s’indirizzò verso il disegno e il padre capì le tendenze del figlio e nell’anno 1600 lo mandò a studiare a Bastiglia in un paese vicino nella provincia di Modena da un pittore Bartolomeo Bertozzi dove nella sua bottega apprese la conoscenza e la mescolanza dei colori; tuttavia il padre volle rafforzare le sue conoscenze e lo affidò ad un altro pittore di Cento, Benedetto Gennari senior, di lui si sa ben poco, solo che fu il primo maestro del Guercino, egli si accorse subito del talento, dello stile e della grandiosa tecnica del giovane sedicenne ed in seguito (1609), lo mandò a Bologna per migliorarsi ulteriormente prima dal pittore Paolo Zagnoni e dopo da Giovan Battista Cremonini. Il soggiorno bolognese permise al giovane Guercino di studiare le opere dei grandi artisti di valore come Ludovico Carracci che lo defnì: “Gran disegnatore e felicissimo coloritore”, Ludovico era il cugino dei fratelli Agostino e Annibale Carracci. Nel 1642 il Gurcino aprì a Bologna una sua casa studio tra le più attive dell’epoca; in questo tempo è tra gli artisti più ammirati in Italia tra Venezia e Roma, dove dalla committenza di principi e cardinali realizza affreschi, ritratti e pale d’altare ed in Europa tra i reali di Francia e d’Inghilterra. Oggi le sue opere si trovano nei più importanti musei del mondo. L’esposizione della Pinacoteca Nazionale di Bologna “Guercino nel suo studio” si focalizza sulle diverse fasi della figura di Giovanni Francesco Barbieri, e ci propone i suoi più espressivi dipinti, i motivi di successo del suo atelier e il rapporto con la clientela ed i collaboratori più fidati, con l’obbiettivo di chiarire le dinamiche professionali, artistiche e imprenditoriali che hanno caratterizzato il suo prolifico percorso. La mostra, curata da Barbara Guelfi e Raffaella Morselli, in collaborazione con lo staff del museo, s’inserisce in una serie di iniziative che dalla città di Bologna si estenderà a diversi siti della Regione e ad altre importanti sedi museali nazionali; come a partire dalla riapertura dello scorso novembre 2023 della Pinacoteca di Cento dedicata alla figura del Guercino, il grande maestro della pittura barocca. La direttrice della Pinacoteca di Bologna, Maria Luisa Pacelli, afferma: “Questa mostra è anche l’occasione e lo strumento per proseguire il lavoro di studio e approfondimento del patrimonio della Pinacoteca finalizzato ad un aggiornamento dei suoi percorsi espositivi permanenti, è in questa fase che l’esposizione s’inserisce nella grande stagione del Seicento felsineo, in particolare delle sale dedicate al Barocco, l’allestimento sarà rinnovato del tutto al termine del progetto espositivo”. La manifestazione mette in risalto la tecnica del Guercino, dalla progettazione grafica all’opera finita, e si divide in due grandi sezioni: nella prima parte del percorso espositivo le opere del Barbieri saranno fatte dialogare con importanti prestiti di istituzioni pubbliche e collezioni private. L’itinerario si apre con la grande e solenne pala “Vestizione di San Guglielmo” (1620) unita dai suoi numerosi disegni preparatori. Tra le opere esposte, un lavoro essenziale è dedicato al “San Bruno in adorazione della madonna in gloria” (1647) capolavoro della maturità del Barbieri, realizzato forse in collaborazione con il fratello Paolo Antonio, pittore di nature morte come si deduce dal dipinto  “Ortolana”. La mostra ha uno dei suoi punti di forza nell’esposizione dello strumento più utile per comprendere il funzionamento dello studio del pittore, ovvero il “Libro dei conti”, (redatto dal fratello Paolo Antonio fino al 1649 e dopo la sua morte dal Guercino stesso) generosamente concesso in prestito dalla Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Il registro, nel quale erano annotati i quadri venduti, il nome dei clienti e i relativi guadagni, rappresenta un inventario prezioso dei molti dipinti eseguiti nella fiorente bottega del Centese. La rigogliosa attività del Gurcino poteva quindi contare su una vera e propria gestione amministrativa come le copie dei materiali utilizzati, in sostanza una miniera d’informazioni; perfino il  pregevole azzurro oltremare, scelta che palesa il prestigio dell’opera ci aiuta a penetrare nella politica dei prezzi. La gamma cromatica del Guercino, intensa, calda e ricca, la pennellata fluida e setosa, mette in risalto la ricchezza delle forme, che sembrano distribuite in modo apparentemente casuale, mentre in realtà sono opere molto ragionate. Infine il pubblico potrà addentrarsi nei contenuti della mostra e nella conoscenza della tecnica pittorica del Guercino attraverso un tavolo multimediale nell’ambito del progetto “Guercino. Oltre il colore”. Info: Bologna. Pinacoteca Nazionale, via delle Belle Arti, 56 – tel. 051/4209401-400-405, www.pinacotecabologna.beniculturali.it

La mostra “Guercino nello studio” è stata prorogata fino al 25 febbraio 2024.


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