Dopo la tragedia all’ospedale di Tivoli che ha provocato tre morti, la Procura indaga per omicidio e rogo colposo

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È di tre morti il bilancio di un incendio divampato nella serata dell’Immacolata nell’ ospedale di Tivoli, alle porte di Roma. Le fiamme sarebbero partite alle 22,30 dai piani sotterranei del San Giovanni Evangelista. Le vittime sono un uomo di 76  e due donne di 84 e 86 anni, tutti pazienti della struttura. Una quarta persona è stata recuperata dalla camera mortuaria, in quanto era deceduta poco prima che scoppiasse l’incendio. In poco tempo le fiamme hanno raggiunto il pronto soccorso e la terapia intensiva e un denso fumo si è propagato fino ai piani superiori.

Indagine per omicidio e rogo colposo
La Procura di Tivoli – guidata da Francesco Menditto – ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio colposo plurimo e incendio colposo. Sono inoltre state sequestrate alcune aree dell’ospedale per le indagini. Per le tre vittime è stata disposta l’autopsia ed è stato per questo nominato il medico legale e il tossicologo. Delle tre persone decedute, una era ricoverata in medicina d’urgenza e due in medicina generale.

Per il PM che segue l’indagine le  fiamme del rogo sono partite dall’esterno sul retro della struttura, coinvolgendo i rifiuti stoccati. Le fiamme si sono poi propagate all’interrato fino al pronto soccorso, con il fumo che ha invaso il nosocomio. «Abbiamo acquisito numerose immagini dall’impianto di videosorveglianza, da cui abbiamo un quadro chiaro su quanto accaduto e attraverso le quali al momento possiamo escludere il dolo» ha detto il procuratore di Tivoli, Francesco Menditto. Evacuato tutto l’ospedale, portando via oltre 200 pazienti, tra cui sette bambini e diversi neonati. I vigili del fuoco, anche con l’ausilio di autoscale, hanno domato il rogo e condotto le operazioni di messa in sicurezza. Nella vicina palestra comunale Maramotti, la Protezione civile comunale ha allestito 100 posti letto con brandine e coperte per accogliere temporaneamente i pazienti in condizioni meno gravi, in attesa che vengano redistribuiti tra gli ospedali della Capitale. L’ala più danneggiata del nosocomio è quella che si affaccia su Via Roma, strada che è stata chiusa al traffico per permettere il transito dei mezzi pesanti.


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