L’angolo delle curiosità: Italo Calvino (4)
L’uomo porta dentro di sé le sue paure bambine per tutta la vita. Arrivare a non avere più paura, questa è la meta ultima dell’uomo.(Italo Calvino)
Italo Calvino è stato un autore complesso per la ricchezza dei suoi interessi. Nel suo profilo intellettuale fu importante l’intreccio di diversi mestieri, perché lo scrittore ligure, “scoiattolo della penna” non fu soltanto un abile affabulatore e fine saggista, ma anche cultore delle materie scientifiche, giornalista militante, e soprattutto lettore, promotore, editor e traduttore per la storica casa editrice Einaudi.
Italo Calvino è stato uno scrittore cosmopolita, tradotto, letto e apprezzato in tutto il mondo e precisamente in sessantasette Paesi e in cinquantasei lingue. All’estero si è prodigato con le case editrici che hanno pubblicato le sue opere.
Nel 1961 Elio Vittorini e Italo Calvino dedicarono il numero 4 della rivista Menabò, da loro diretta, al rapporto tra industria e letteratura, chiedendo al mondo letterario nuove opere ispirate alla realtà di un Paese in pieno boom economico e attraversato da cambiamenti radicali. Era un invito a scrittori e uomini di cultura di raccontare il mondo del lavoro e della fabbrica. Furono diversi gli scrittori: Paolo, Volponi (Memoriale), Luciano Bianciardi (La vita agra), ma già prima erano usciti romanzi, Lucio Mastronardi (Il calzolaio di Vigevano) e Ottieri e Ottieri (Donnarumma all’assalto), a cimentarsi con il racconto della fabbrica.
L’amicizia tra Italo Calvino e Franco Maria Ricci durò oltre 20 anni. Fu un rapporto di grande stima e affetto. L’anno 1969 fu un punto di partenza per scrittore e l’editore, che da lì in avanti iniziarono un percorso nel segno dell’incontro fra la parola e il figurativo, motivi fondamentali di entrambe le carriere.
Italo Calvino ha scritto che «la principale dote di uno scrittore, nell’utilizzare la prosa scientifica. è rendere con nitida evidenza il ragionamento più complesso traendone un senso di armonia e di bellezza».
Secondo l’amico Gianni Celati, Calvino è stato uno dei nostri autori più fantastici, più immaginativi. Per Celati «il suo (di Calvino) era un lavoro di fantasia che seguiva certi spunti narrativi e usava la scrittura come un disegno a mano libera».
I valori letterari, da conservare nel prossimo millennio, illustrati da Italo Calvino nelle sue Lezioni americane sono: la leggerezza, la rapidità, l’esattezza, la visibilità e la molteplicità. L’ultima che non fece in tempo a preparare era la coerenza. Per quanto riguarda la leggerezza ha scritto: «Prendete la vita con leggerezza, poiché leggerezza non è superficialità. Leggerezza è planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore».
Per Italo Calvino l’arte di scriver storie «sta nel saper tirar fuori da quel nulla che si è capito della vita tutto il resto; ma finita la pagina si riprende la vita e ci s’accorge che quel che si sapeva è proprio un nulla».
Italo Calvino ci ricorda che «La città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, nei corrimani delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole».
Le opere di Italo Calvino, conservate nella sua ricca biblioteca familiare, dopo il 1985, sono state donate, dalla moglie e da sua figlia all’Università La Sapienza di Roma.
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