Un importante nome del grande e piccolo schermo all’Area Archeologica di Caposele.

Parliamo di Enzo Decaro che, alle ore 21,30 di mercoledì 9 agosto, sarà di scena a Formia “Un’Odissea infinita”, la piece che rivisita l’emblematico viaggio di ritorno di Ulisse verso Itaca. Con lui Francesco Mancarella al pianoforte e Lorenzo Mancarella al clarinetto e beatbox.

Lo spettacolo, con regia e adattamento di Alessandra Pizzi, rientra nel format “Metti un libro a teatro” che ErgoSum propone dal 2019, con lo scopo di divulgare e favorire la conoscenza del grande patrimonio culturale rappresentato dai classici della letteratura.

L’Odissea di Omero è, in assoluto, l’opera che meglio di ogni altra riesce a rendere attraverso la metafora del viaggio il lungo, lento, paziente, ma avventuroso percorso che l’uomo affronta alla ricerca di se stesso. È questa la più titanica delle imprese che l’eroe omerico si accinge a compiere, durante una lunga avventura alla conquista di sé, scandita da tappe coincidenti ai diversi stadi di crescita e di evoluzione a cui ci chiama la vita.

Ulisse esplora il mondo, supera le sue paure, risponde ai suoi dubbi, si addentra in territori della conoscenza e ritorna a casa. Quanto mai attuale, Ulisse simboleggia l’Uomo moderno che si spinge quotidianamente nel superamento dei propri limiti, che tenta affondi verso la conoscenza del mondo ma, soprattutto, di sé. E torna a casa, consapevole dei suoi confini.

Enzo De Caro, attore di grande fama per le sue numerose interpretazioni al cinema e in TV, dà voce all’Eroe Omerico, ci spiega le motivazioni che hanno accompagnato il viaggio di Ulisse e ci aiuta nella comprensione di quei “viaggi quotidiani” che spesso compiamo alla ricerca di noi stessi. E lo fa rendendo il suo speciale omaggio alla letteratura, alla poesia, alla musica e all’arte che a Ulisse si sono ispirati.

Nel suo peregrinare, infatti, il mitico eroe non incontra mostri e lestrigoni, ninfe e creature divine, ma “dialoga” con Francesco Guccini, e il suo racconto di Odysseo, incontra Dante e i dannati del canto XXVI dell’Inferno, Lucio Dalla e i versi di Itaca. Incontra la Poesia di Pascoli e di Montale, di Tyson, di D’Annunzio, i versi delle canzoni di Caparezza, la letteratura di Borges e di Kafka e termina nell’infinito di Leopardi. Perché tra epica e invenzione, tra commento e narrazione, tra esegesi e interpretazione, vale il valore della parola che incanta… come il coro delle Sirene di Ulisse.

Un’opera, dunque, che vuole omaggiare buona parte della produzione artistica (musicale, poetica e letteraria) che si è ispirata alla figura di Ulisse, cui Enzo Decaro dà voce e fisicità, nell’intento di celebrarne la modernità di pensiero. 



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