LATINA – Sono passati, ormai, 25 anni dall’entrata in vigore della Legge 257/92, che in Italia ha stabilito il divieto di estrazione, lavorazione e commercializzazione dei materiali di amianto e/o contenenti amianto.
Fino al 1992, l’Italia è stato il secondo produttore europeo di amianto (dopo l’allora Unione Sovietica) e ancora oggi, su tutto il nostro territorio, ci sono circa 40 milioni di tonnellate di amianto in circa 50 mila siti, e in un milione di micrositi.
La mappa del rischio:
Le scuole (circa 2.400 in tutta Italia), con l’esposizione al rischio di circa 350.000 studenti e 50.000 dipendenti, tra docenti e non; gli ospedali; gli altri edifici pubblici; gli aeromobili, le navi e altri mezzi militari.
L’amianto è ancora largamente presente e purtroppo continua e continuerà a mietere molte vittime.
Ad oggi, nonostante la sua accertata pericolosità (anche la Iarc, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro delle Nazioni Unite, ha riconosciuto l’amianto come cancerogeno e ha chiesto di bandirne l’utilizzo in ogni sua forma), non esiste una normativa internazionale che ne limiti la produzione e la commercializzazione.
Domani, 28 aprile, si celebra la Giornata Vittime Amianto. L’avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA, Osservatorio Nazionale Amianto, che da anni ormai si occupa di rappresentare e tutelare lavoratori e cittadini esposti e le vittime dell’amianto spiega che l’epidemia delle malattie correlate all’esposizione all’amianto, è ancora largamente in corso perchè i tempi di latenza possono arrivare fino a 40-50 anni.
“L’unico sistema per evitare nuove malattie – spiega l’avv. Ezio Bonani – e quindi nuovi decessi è quello di evitare ogni forma di esposizione a queste fibre killer, e ciò si può fare solo attraverso la bonifica”
Ad oggi, il mesotelioma, il tumore che si origina dalle cellule del mesotelio per effetto delle fibre di amianto (che ne costituisce l’esclusiva causa di insorgenza), rappresenta l’ottava causa di morte sia negli uomini sia nelle donne; una macabra contabilità che non tiene conto di tutte le altre patologie asbesto correlate, molto meno rare. Secondo i dati pubblicati su “I numeri del cancro 2016 di Aiom /Airtum”, in Italia, sono stati circa 1.900 i casi diagnosticati ogni anno nel nostro Paese (il Renam ne certifica più di 1.500 ogni anno), con un particolare incremento oltre i 50 anni.
Un bilancio impietoso che sale, purtroppo, a più di 6.000 decessi ogni anno calcolando l’insorgenza di altri tumori correlati (circa 3.500 tumore al polmone a cui si aggiungono tutte le altre patologie neoplastiche – tumore della laringe, dell’ovaio, della faringe, dello stomaco e del colon retto e quelle fibrotiche – asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici e per complicazioni cardiocircolatorie).
L’Osservatorio Nazionale Amianto, anche sulla base delle risultanze dell’ultima monografia IARC, ha chiesto un ulteriore aggiornamento delle tabelle Inail, con l’inserimento di tutte le patologie neoplastiche nella lista 1 rispetto all’attuale collocazione rispettivamente nella lista 2 e 3.
“L’emergenza amianto – spiega ancora l’avv. Ezio Bonanni – è ben più vasta di quello che raccontano i dati epidemiologici. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ogni anno, solo per il mesotelioma e per il tumore al polmone, perdono la vita più di 107.000 persone e decine di migliaia sono coloro che si ammalano. In Italia più di 6.000 persone perdono la vita ogni anno. Ciò non può essere più sopportato! L’ONA chiede la messa al bando globale dell’amianto e la bonifica in Italia. Solo evitando le altre esposizioni si può arrestare l’epidemia di patologie asbesto correlate”.
L’ONA sta monitorando la situazione attraverso la piattaforma www.onarepac.it grazie alla quale si sta procedendo ad una mappatura e ad un censimento di tutti i casi di patologie asbesto correlate, ovvero quello patologie che si sospetti abbiamo origine dall’esposizione ad amianto.
In sintesi i numeri della strage:
• 6.000 decessi per patologie asbesto correlate
• 1.900 nuovi casi di mesotelioma (questi dati sono corrispondenti a quelli censiti da ONA)
• 1 su 234, gli uomini in Italia che rischiano di sviluppare questa patologia.
• 1 su 785, le donne in Italia che rischiano di sviluppare questa patologia.
• 4% i decessi oncologici per mesotelioma in entrambi i sessi.
• 2.732, i pazienti ad oggi, in Italia, con diagnosi di mesotelioma.
• 2.400 le scuole italiane in cui sono presenti amianto e altri materiali contenenti amianto
• 1.000 gli anni necessari per rimuovere totalmente ogni traccia di amianto in Italia.
A tal proposito il Prof. Tito Boeri, Presidente dell’INPS, ha stimato, ottimisticamente, in 85 anni il tempo necessario per poter bonificare tutto l’amianto presente nel territorio nazionale.
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