IL LAPSUS DELLA LETTURA. Leggere i libri degli altri.ù

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Il Lapsus della lettura                                                                                          Leggere i libri degli altri                                                                                          di Massimo Recalcati

 La lettura non è solo un esercizio intellettuale, ma è fare esperienza di un incontro.  Questo incontro, se è davvero, tale, dà luogo a una “conversazione”, all’acquisizione di una nuova forma di vita.(Massimo Recalcati)

Il poeta, scrittore e regista Pier Paolo Pasolini ha scritto «Leggere è la cosa più bella che si possa fare in gioventù; piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di quell’esperienza che è la cultura». Leggere, in ogni età della vita, rende le persone migliori, incentiva l’empatia e la tolleranza e sviluppa la capacità di comunicare e di farsi capire. Nel piacere di leggere si compie l’esperienza di ascoltare sé stessi,  di comprendersi e di capire gli altri. Queste riflessioni possono ben collegarsi con i pensieri espressi nell’ultimo libro di Massimo Recalcati Il lapsus della lettura. Leggere i libri degli altri (editore Castelvecchi).

L’autore con gli strumenti teorici della psicoanalisi attraversa, con grande capacità di sintesi, gli snodi fondamentali e i paradossi che caratterizzano la vita psichica degli individui, dei gruppi umani e delle istituzioni. Da tempo Massimo Recalcati si cimenta con l’interpretazione delle dinamiche sociali alla luce della psicanalisi.

Nella breve nota introduttiva del libro l’autore, famoso psicanalista che ha contribuito alla trasmissione del pensiero di Jacques Lacan in Italia, ha raccolto le sue recensioni, a libri e a film, scritte negli ultimi vent’anni. Recalcati dichiara che la pratica e la consuetudine di leggere libri scritti da altri (filosofi, teologi, scrittori, poeti, registi, musicisti e altri psicanalisti) hanno accompagnato la sua articolata attività professionale di psicanalista perché «Allargare l’orizzonte dei propri riferimenti alla filosofia, alla storia, alla politica, all’arte, alla letteratura e al cinema rinvia alla dimensione necessariamente estesa della formazione dello psicanalista.

L’esperto di psicanalisi, afferma Recalcati, è indotto a leggere la vita dei suoi pazienti, ad ascoltare nella «stanza dell’analisi» i racconti delle persone sofferenti nella loro interiorità. Secondo l’autore «lo psicanalista di mestiere ascolta storie, narrazioni singolari della vita più intima degli esseri umani. Ascolta senza arrogarsi mai il diritto di giudicare o di misurare le vite che si raccontano». Pertanto la lettura dei libri scritti da altri è una fonte inesauribile di apprendimento che costringe l’analista a rivedere la sua teoria, a coglierne i limiti e a reinventarla continuamente.

I temi ricorrenti delle recensioni, raccolte dall’autore su quotidiani e riviste, riguardano soprattutto le principali problematiche della sua ricerca psicanalitica: l’evaporazione della figura del padre e il compito da parte dei figli dell’eredità paterna. Su questi interrogativi l’autore ha scelto diverse letture di opere di scrittori, poeti, registi, teologi e altri psicanalisti e nelle recensioni si sofferma sull’attualità e sul rinnovamento della psicanalisi in riferimento al testo della Bibbia e per ultimo tratteggia brevi profili dei grandi maestri, come Freud, Lacan, Heidegger e Sartre che sono stati decisivi per le sue scelte di studioso di psicanalisi e di professionista.

Le domande principali che caratterizzano questo libro sono: «Cosa resta del padre nell’epoca della sua evaporizzazione?», «Cosa vuol dire essere figli, onorare l’eredità senza lasciarsi schiacciare dal suo peso? È possibile fare spazio al nostro desiderio singolare in un’epoca votata al culto narcisistico dell’io? Come vivere il nostro corpo senza ridurlo a una macchina asservita al principio di prestazione?». Domande esistenziali importanti, sul comune sentire della società contemporanea, domande non prive di pathos, anzi piene di empatia umanistica che Recalcati si pone leggendo i libri degli altri. Queste domande forti, che non sono dettate da ingenuità o superficialità, sono indice non solo di curiosità, ma di insoddisfazione e quindi volontà di crescere e di nobiltà interiore.

Nelle diverse recensioni più volte Recalcati si sofferma su Sigmund Freud, il padre fondatore della psicanalisi, scienza e pratica che cura vari soggetti umani e disciplina che si interessa delle persone “rimosse”, esiliate dall’esperienza comune del mondo.    Diversi sono i riferimenti agli insegnamenti, alle tesi classiche, alle ricerche, alle parole, alle intuizioni originali, ai concetti fondamentali, ai detti famosi, ai discorsi, alle analisi, ai commenti e agli scritti originali di Freud, (scopritore del “desiderio inconscio”), come Introduzione alla psicanalisi, Il disagio nella civiltà, L’interpretazione dei sogni (opera straordinaria, destinata a fare epoca).

Non mancano rilievi critici che Recalcati muove alla psicanalisi, il cui lessico si basa sull’idea di inconscio, istinto, desiderio-pulsione, rimozione, principio di realtà, legge della castrazione, analisi… Costanti riferimenti sono rivolti anche alle opere di filosofi come Nietzsche, Deleuze, Foucault, di psicanalisti come Franco Fornari, Eugenio Gaburri, Elvio Fachinelli di tradizione freudiana, Jacques Lacan, Françoise Dolto, amica e allieva di Lacan, di psichiatri come Pier-Félix Guattari, Franco Basaglia e a nomi illustri che hanno saputo far avanzare nel tempo la dottrina della psicanalisi in maniera originale e creativa.

Particolare rilievo viene dato al maestro Jaques Lacan, lo psicanalista francese noto anche a un vasto pubblico, considerato uno dei più grandi pensatori del Novecento che con il suo contributo teorico ha impresso, alla pratica clinica analitica, dopo tanti anni di studio e di ricerca, un nuovo orientamento. Infatti l’attualità del pensiero di Lacan, lettore e studioso di Freud, con i suoi diversi Seminari sul corpo libidico-pulsionale, sul narcisismo, sul nesso profondo che unisce la violenza al narcisismo, negli ultimi anni, è diventata un punto di riferimento importante nel dibattito culturale italiano.

Nell’attività di recensire “i libri degli altri”, l’autore mostra una peculiare attenzione a Jean Paul Sartre, ai suoi scritti narrativi e di saggistica (il romanzo La nausea, il famoso saggio L’essere e il nulla,), alle interviste, al suo lessico filosofico, espressione dell’esistenzialismo, al tema dell’angoscia, come cifra ultima dell’essere umano, come dimensione costituente della realtà umana.

Tra i grandi maestri l’autore, Recalcati, include anche il filosofo tedesco Martin Heidegger il cui contributo alla cultura e al pensiero occidentale è stato notevole. La sua grande opera filosofica dal respiro ampio, Essere e tempo (1927), ha cambiato il nostro rapporto con il mondo perché ha generato effetti significativi non solo nella filosofia, ma anche nella letteratura, nella teologia, nella psichiatria e nella psicanalisi, ovvero in tutta la cultura del Novecento.

In questo prezioso libro, Il lapsus della lettura, Leggere i libri degli altri, Recalcati sottolinea con bravura e chiarezza espositiva l’importanza degli argomenti che assillano il suo pensiero, gli enigmi attorno ai quali si addensa la sua rigorosa ricerca scientifica.

Il libro merita di essere segnalato perché sa coniugare la profonda conoscenza scientifica a una comunicazione piacevole e affabile. Nella ricca e articolata raccolta di recensioni emergono, con forza, l’ampiezza di orizzonti, la lucida intelligenza e la grande umanità che hanno fatto di Massimo Recalcati uno dei maggiori intellettuali del nostro tempo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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