Il Pd guidato da Elly Schlein? La destra non potrebbe desiderare regalo più grande per Natale.

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La candidata alla Segreteria Pd, On. Elly Schlein

LATINA- Che brutta aria tira nel Pd!

C’è chi pensa, senza timore di venir considerato un citrullo, che la salvezza del maggiore partito della sinistra italiana, abbia il nome di Elly.

Schlein è una ragazza di neanche quarant’anni che potremmo definire, senza rischio d’essere smentiti, un magnifico esemplare di razza padrona.

Ella ha tre passaporti: uno statunitense, uno svizzero e, en passant, quello italiano. Figlia d’alta borghesia mittleuropea, nonostante la giovane età può vantare un curriculum di tutto rispetto.

Eurodeputata col Pd di Renzi, poi Vice Presidente della Regione Emilia Romagna (che sta alla sinistra italiana come Stalingrado all’Urss) e, alle ultime elezioni, deputata del Pd.

In tutto questo, è bene ricordare che Elly non ha mai preso la tessera del partito che l’ha candidata, eletta e che vorrebbe guidare.

Si potrebbe ricorrere alla categoria dei vecchi “indipendenti” nelle liste dell’allora Pci, ma la giovane non può paragonarsi che so, a Luigi Pintor, Gina Lagorio, Natalia Ginzburg, Gino Paoli o Stefano Rodotà.

Altri carismi, altre stature. Il sospetto è che Elly Schlein, più che una indipendente che si candida a guidare un partito stramorto, abbia imparato la magnifica lezione di un filosofo contemporaneo, al secolo Stefano Ricucci. La massima è nota e non v’è certo bisogno di riportarla.

Dice l’elettore di sinistra romanticamente comunista, un po’ ossessionato con la storiella del pericolo fascista: è giovane, è donna, è libera dalle correnti di cui è vittima il Pd.

Partiamo dalla fine. Elly Schlein è libera dalle correnti, ma è la candidata di Dario Franceschini, il Cardinale Richelieu di Ferrara che ha fatto e disfatto il Pd negli ultimi vent’anni. Si dice, fra l’altro, che la flebile ed insopportabile voce di Romano Prodi, per tutti “Mortadella”, condizioni pesantemente le scelte della giovane ragazza.

Di più, un peso massimo della sinistra e leader della “corrente thailandese” del partito, Goffredo Bettini, ha già offerto alla scolara i suoi preziosi consigli.

Sul fatto che sia giovane e donna, per carità. L’Italia ha un Premier, di nome Giorgia, che da ragazzina faceva la babysitter e la barista per sbarcare il lunario. Nel frattempo, a sportellate, si è conquistata leadership e caratura politica in un mondo, quello della destra, un filo maschilista.

E’ divenuta capo dei giovani di destra, poi Consigliere Provinciale, poi Deputato e Vice Presidente della Camera, poi Ministro.

Ha avuto il coraggio di salutare con un bacio sulla fronte il Silvio Berlusconi ai massimi splendori, fondando a una manciata di giorni dalle elezioni 2013, un suo partito politico rischiando di non essere eletta.

Da allora è leader incontrastato di Fratelli d’Italia, partito che dal 2 ha portato al 31%. Oggi siede, nientemeno, a Palazzo Chigi.

Basterebbe questa rapida sintesi ad inchiodare la sinistra italiana al suo fallimento ontologico, filosofico, sociale e politico.

Non c’è Elly Schlein che tenga alla quale, spiace dirlo, nemmeno si potrebbe rivolgere l’inelegante battuta che Berlusconi fece a Rosy Bindi: “Lei è sempre più bella che intelligente”.

Nel caso in esame mancano proprio le basi.

 


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