LATINA – Dalla volontà di raccontare suoni, volti, immagini nascosti sotto la montagna di spazzatura di una discarica nasce il documentario “Monte Inferno” che verrà proiettato in prima nazionale al teatro D’Annunzio questa sera alle 18.30.
Il Monte Inferno ripreso dalla regista Patrizia Santangeli è a Borgo Montello. Erano gli anni ’70 quando iniziò l’accumulo di rifiuti che continua ancora oggi causando gravi danni alla salute dell’ambiente e delle persone. Le falde acquifere sono inquinate, così come il fiume Astura che costeggia il monte e arriva al mare. Il vento porta l’aria inquinata nelle case di chi vive ai bordi della discarica e l’economia del luogo è compromessa. Nel 1994 il pentito di camorra Carmine Schiavone dichiarò che alla fine degli anni ’80 furono interrati nella zona rifiuti tossici e nel ’95 venne ucciso Don Cesare Boschin, il parroco di Borgo Montello che per primo denunciò il traffico illecito di rifiuti che interessava la discarica. Il suo cadavere fu trovato incaprettato nella canonica e tuttora non esiste un colpevole del suo omicidio.
Monte Inferno è il racconto di un posto segnato dalla presenza di una discarica. Qui s’intrecciano la vita della famiglia Giorgi (nonni, genitori e quattro figli) e quelle di alcuni residenti della zona, tra solitudine, ineluttabilità di un danno e la voglia di bellezza che gli abitanti ancora vedono nel posto in cui vivono. Monte Inferno è un film di denuncia, ma è soprattutto una riflessione sulla solitudine di chi vive ai margini di questa montagna di spazzatura e sulla speranza che solo l’umanità e la natura sanno dare.
Interamente autoprodotto da Patrizia Santangeli, Monte Inferno è un progetto ampio alla cui realizzazione hanno collaborato diversi professionisti: oltre alla regista, Gabriele Rossi (fotografo), Massimo Calabro (illustratore e graphic designer), Bonifacio Pontonio e Roberto Fanfarillo (entrambi graphic designer), Giancarlo Bovina (geologo). Dal lavoro, durato più di tre anni, è nata anche una mostra esposta lo scorso anno al Museo dell’Agro Pontino e nella sede dell’associazione AlbumArte a Roma. «Con il nostro progetto – spiegano Santangeli e Rossi – abbiamo voluto raccontare un luogo destinato all’indifferenza attraverso le persone che abitano nei dintorni della discarica e attraverso l’immaginazione. Abbiamo cercato quello che di bello può generare una realtà difficile con la voglia di trasformarlo in speranza».
La proiezione è promossa dall’Assessorato alla Cultura nell’ambito del cartellone nato per rianimare gli spazi del Palacultura e del museo Cambellotti. Dopo l’anteprima a Latina il documentario sarà proiettato a Roma, al Cinema Farnese, il 31 marzo, al cinema Mario Monicelli di Narni il 10 aprile, a Lecce al Teatro Astragali il 5 maggio, all’Hub Multiculturale di Torino il 10 maggio.
News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.