Nando Donatacci – nella foto a destra in compagnia dell’amico Vitorio Cavalcanti – è un personaggio che a Latina incontri frequentemente. All’età di 90 anni gira tranquillamente la città in bicicletta, il suo mezzo di locomozione preferito da sempre con effetti positivi sulla salute e l’ambiente. Nando è un uomo di sport, ha cominciato a seguire il calcio come atleta e allenatore a Roma, poi ha scoperto il basket senza mai staccarsi. Quatto figli, quattro cestisti – Anna, Giovanni, Stefano, Francesco – per la famiglia Donatacci innamoratasi della palla a spicchi dopo alcuni incontri di minibasket. Nel 1973 Nando ha assunto l’incarico di direttore sportivo dell’Ab latina, si mise subito al lavoro alacremente dopo una giornata onerosa trascorsa nel suo ufficio al Monte dei Paschi di Siena. Lo trovavi dalle 18 in poi all’interno della cosiddetta “baracca” al Circolo Cittadino, un ufficio in legno che Renato Mocellin aveva regalato al club nerazzurro. Si munì subito di un’agenda corposa per evidenziare tutti gli incontri settimanali e le amichevoli delle dodici formazioni partecipanti ai campionati federali, usava un telefono a gettoni per comunicare con la federbasket e gli altri club. Era sempre impegnato per risolvere pacificamente qualsiasi diatriba, Nando rappresentava una sorta di diplomatico. Non è mai stato retribuito, solo tanta passione e stima da parte di tutti noi. Ha ricoperto il ruolo di “diesse” con Ab Latina, Virtus Latina, Cosmos Latina, ha fatto parte del consiglio provinciale della Fip, presieduto lo Studio Sport di Cirilli e Alessandrini. Un buon direttore sportivo il Nando – dallo spiccato accento capitolino – abile psicologo dei giocatori e di se stesso, tavolta freddo di fronte ai sentimenti che questo contatto umano può creare. Il suo lavoro era un’eterna scommessa in cui la pianificazione andava di pari passo con la crescita del basket a Latina. Nando Donatacci ha lasciato il segno, impossibile dimenticarlo.
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