“Un’amministrazione con poche idee e pure confuse”

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TERRACINA – Poche idee e pure confuse.

Questo appare lo stato della salute politica dell’amministrazione  che governa il Comune di Terracina.

A circa 9 mesi dal suo insediamento e se contiamo anche i quattro anni della precedente esperienza traumaticamente terminata con la clamorosa sfiducia al sindaco Procaccini, la confusione regna sovrana: non un indirizzo del programma elettorale si sta perseguendo.

Gli assessori, alcune discendenti da padri nobili della gloriosa Prima Repubblica, si sono sigillate nei loro uffici, come il resto della truppa assessorile, che dalle bellicose intenzioni della vigilia stanno dimostrando tutte le loro inadeguatezze a reggere la responsabilità assegnata.

Il percorso politico e amministrativo è dunque quello “raffazzonato” della prima ora: non  una decisione saggia e importante per gli interessi dei terracinesi è stata licenziata.

Gli echi della propaganda del sindaco, spinta in tempo reale dalla tv locale alle “folle” dei terracinesi in attesa di buone notizie, ci vorrebbero raccontare dell’uscita dal dissesto finanziario, che evidentemente esiste solo nella fantasia di Procaccini.

I fatti, che parlano attraverso le relazioni della OSL, testimoniano che vi sono ancora milioni di euro da saldare ai creditori riconosciuti,  oltre a tutti coloro che hanno lavorato per il comune e non hanno accettato la decurtazione del 50% delle loro spettanze, conferma in un quadro d’insieme la debolezza dello stato di salute del bilancio comunale.

Insomma, su questo livello amministrativo c’è ancora molto da pedalare e penare per i cittadini di Terracina, oltre alle difficoltà già ferocemente patite negli ultimi cinque anni.

Una serie impressionante di decisioni rimaste nel limbo hanno poi caratterizzato i primi mesi di gestione del potere da parte di Procaccini e suoi alleati.

Ricordiamo per tutte la perniciosa voglia di vendere il mercato Marina ad un prezzo di pura remissione economica, nel voler assegnare a tutti i costi il palazzo degli Acso e Tescola ad una onlus (forse solo sulla carta) che si interessa di corsi universitari per formare addetti per la nautica, già sbolognata da Minturno, l’intenzione di affidare a privati la costruzione di un tempio crematorio e la gestione dei servizi cimiteriali, quando soltanto qualche anno fa l’allora vice sindaco Sciscione si era fatto gonfiare le vene al collo per impedirlo.

Oggi giunge l’ultima “stranezza” amministrativa rinvenuta durante una commissione che doveva fare il punto sulla situazione immobiliare dell’ente.

In buona sostanza la maggioranza ha portato in discussione una lista d’immobili comunali alienabili con grossolani doppioni di terreni, abitazioni e locali commerciali, rispetto alla lista presentata dalla commissaria Ocello.

Un elenco talmente sconclusionato che le minoranze politiche presenti all’interno della commissione comunale si sono rifiutate di approvare il documento, pretendendone il ritiro e una relazione tecnica a supporto del nuovo.

Raccontiamo poi un episodio spiacevole per il gruppo di partiti usciti vittoriosi dalle elezioni comunali di 9 mesi fa: la “cacciata” di fatto dell’unico rappresentante di Noi con Salvini, che rispettando quanto promesso in campagna elettorale sulla questione immigrati, si è opposto alla decisione del sindaco di aderire allo Sprear.

Senza che vi fosse alcuna discussione con i partiti della maggioranza.

Anche per questo possiamo dire che l’amministrazione comunale procede il suo percorso a vista, con poche idee e pure confuse.

Il tempo ci dirà poi se questo sistema è dovuto alla pura incapacità amministrativa e politica, oppure a qualcosa d’altro. D’innominabile. Oggi.


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