LATINA – Il candidato Sindaco della coalizione di centrodestra On. Vincenzo Zaccheo commenta la notizia delle condizioni in cui riaprirà il teatro D’Annunzio di Latina dopo sei anni di lavori.

«Apprendo dalla stampa – dichiara Vincenzo Zaccheo – che il boccascena è stato ridotto a due metri di profondità, che ha un modulo in meno e non consentirà di ospitare un’intera orchestra; che il tagliafuoco che divideva in caso di incendio il palcoscenico dalla platea, dotato di impianto antincendio sprinkler, è stato eliminato perché l’impianto avrebbe avuto poca pressione quando poi è stato realizzato un impianto antincendio con una portata maggiore che si sarebbe potuto tranquillamente collegare; che è stato eliminato il plafone acustico in ciliegio sul boccascena in favore di pannelli in cartongesso; che è stata eliminata la passerella che permetteva l’esatto posizionamento delle luci senza che si sappia come è stata sostituita; che è stata posizionata la struttura di un bagno chimico per portatori di handicap a fianco del palcoscenico e che ci saranno spazi ridotti tra le poltrone in galleria. Ricordo che quel legno del soffitto era fonoassorbente, che ricevette l’apprezzamento anche di Ennio Morricone che pose l’attenzione su una criticità ossia le colonne del teatro in marmo, che facevamo rimbalzare i suoi. Mi suggerì di rivestire anche le colonne in marmo con legno fonoassorbente ed io mi attivai per ottenere subito un finanziamento per realizzare tali interventi, ma caduta la mia amministrazione in dodici anni non è stato fatto nulla. Mi sarei aspettato che in sei anni di lavori questa criticità fosse stata eliminata, ma registro che non solo non è stato fatto, ma che quando sarà riaperto il teatro di Latina ci saranno anche ulteriori nuove criticità. Bisognava avere la capacità di concertare con i Vigili del Fuoco, insieme a tecnici specializzati del settore. Mi domando come sia stato possibile impiegare sei anni per consegnare ai cittadini un teatro in queste condizioni, senza che tra l’altro sia stato affrontato il problema legato all’igiene esterna e interna. Nell’area troviamo guano di piccioni e foglie secche in tutte le stagioni: è urgente un intervento di sanificazione, l’area va bonificata e servono interventi sul porfido dei marciapiedi».

Zaccheo denuncia anche il fatto che in questi sei anni è stata dimenticata la restante parte della Casa della Cultura: è ancora chiuso il teatro Cafaro e ci piove dentro, così come la sala conferenze e la Pinacoteca. «Negli ultimi sei anni – continua Zaccheo – per il teatro Cafaro non c’è stato nessun lavoro di manutenzione ordinaria, è quindi oggetto di infiltrazioni d’acqua (passando sul marciapiede esterno sono visibili i danni irreparabili al mobilio dell’ingresso), le poltrone Frau del teatro sono di conseguenza danneggiate così come il soffitto in legno. Dopo sei anni i cittadini di Latina sono stati costretti ad andare fuori città per il piacere di uno spettacolo teatrale quando nel passato eravamo attrattori per il cartellone teatrale di Latina, gli spettatori venivano da Roma per assistere ai nostri spettacoli teatrali ed eravamo diventati un teatro di produzione. Vorrei ricordare anche il lunedì letterario dedicato agli studenti della nostra città e di altre parti della provincia, in cui gli scrittori si incontravano con i ragazzi e si scambiavano idee letterarie. Mi impegnerò perché il Palazzo della Cultura torni ad essere un vero incubatore culturale da offrire soprattutto alle nuove generazioni della nostra città».


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