LATINA – “La polemica che si è creata intorno alla situazione dell’asilo di via Bachelet, oltre che inutile, arriva anche fuori tempo, montata ad hoc per creare polvere nel corso di questa breve campagna elettorale. L’atto che ha deliberato la proposta, infatti, è datato 28 maggio 2022 con un atto ufficiale della giunta comunale. Delibera che è stata predisposta in seguito ad un passaggio in Commissione (prima Istruzione e Cultura e poi Trasparenza) a cui hanno partecipato anche le forze politiche che, per mezzo stampa, stanno facendo passare una buona notizia per un’apocalisse”. Sono queste le parole di Floriana Coletta e Gianmarco Proietti, candidati al Consiglio Comunale nella lista di Latina Bene Comune, riferite per mezzo di una nota stampa.

A Latina – continuano – ci sono già due asili che sono stati affidati in gestione tramite evidenza pubblica, e stanno andando a gonfie vele. La struttura di via Bachelet non solo continuerà a fornire un servizio di qualità, ma lo farà con un abbassamento tariffario del 50% e senza riduzione del numero di bambini e bambine. Un risultato eccellente raggiunto grazie agli ottimi tempi di reazione che il Comune ha avuto nel rispondere, nell’ambito del bando, alle richieste della Regione Lazio. L’esternalizzazione, inoltre, ha risolto il problema della carenza di personale alla luce dei tanti pensionamenti. Più personale, più bambini e tariffe più basse. Chiediamo alla Lega: ma di che schiaffo state parlando? Noi, piuttosto, riteniamo che tutto questo rappresenti una ricchezza per il Comune e per la città. Auspichiamo poi che vengano rispettate, e tutelate, tutte le personalità che in questi anni hanno portato avanti gli asili”.

Coletta e Proietti continuano riferendo che: “Dobbiamo fare un passo in più nella visione della scuola che, già dalla prima consiliatura, è stata impressa da parte del Comune di Latina. Una visione che pone al centro il bambino e la bambina e, dunque, il suo percorso di crescita. In questo senso bisogna continuare ad implementare le politiche per il tempo pieno: affinché le scuole diventino, sempre di più, luoghi di formazione e di crescita anche al di là degli orari di lezione”. Concludono poi con un affondo: “Per aprire un tempo pieno non servono slogan e selfie, ma la collaborazione strutturata tra scuola, comune e ministero dell’istruzione. Quindi non basta un adeguato servizio mensa, oggi pensato come un tempo scuola educativo, ma la solida relazione di intesa tra amministrazione e ministero tramite l’ufficio scolastico provinciale”.


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