Gli ultras contro Bandecchi: “Fascista stai lontano da Livorno” e scoppia la polemica con l’imprenditore sponsor ufficiale dell’US Livorno

Ha fatto discutere una maglietta con la scritta: "Belli come la vita, neri come la morte"

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LIVORNO – Stefano Bandecchi è innamorato di Livorno ma Livorno, almeno la Livorno della curva nord, non è innamorato di lui. Era già successo nel 2014, quando l’imprenditore livornese aveva tentato di acquistare l’allora AS Livorno Calcio di Spinelli. Poi l’acquisto della Ternana, il successo e la consacrazione di Lucarelli come mister e infine la partnership con il patron amaranto Toccafondi che porta l’Università Niccolò Cusano, di cui Bandecchi è fondatore e proprietario, ad essere sponsor ufficiale della nuova US Livorno 1915.

Fin qui una storia come tante, d’intrighi economici e imprenditoriali. Se non fosse che Bandecchi non è gradito allo zoccolo duro della tifoseria livornese, perché ritenuto un fascista. Ancora si ricorda lo striscione della Nord ai tempi della trattativa con il “giallone”: “Bandecchi stai attento, qui fischia ancora il vento”. Da allora le simpatie politiche destrorse e il passato orgoglioso nella Folgore hanno fatto entrare Bandecchi nella lista nera della Curva Nord.

Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso, questa settimana, è stata una foto postata sui social dalla stesso Bandecchi in cui indossava una maglia con scritto: “Belli come la vita, neri come la morte”. Il Presidente della Ternana è stato sommerso dalle citriche e ha tentato di replicare, ma la toppa è stata peggio del buco:
“Se potrò mi farò seppellire con questa maglietta. Chi mi chiama fascista finirà in tribunale e smettetela, invece, di fare i comunisti, che a me i comunisti stanno tutti sul caz*o”.

La risposta degli Ultras amaranto non si è fatta attendere ed è comparso uno striscione allo stadio con scritto:
Bandecchi: la nostra città lasciala stare, fascista portaci in tribunale“.

A quel punto l’imprenditore si è difeso dichiarando di non essere fascista: “Sono stato orgogliosamente nella folgore, quello è uno slogan usato dai paracadutisti” ha provato a giustificarsi. Ma ormai la rottura è troppo grande.


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