La Ponza di una volta, l’avventura del pescatore Zi’ Rocco con il mare in tempesta verso Palmarola

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Zi’ Rocco – vispo ottantenne delle Forna – un giorno si portò a remi al largo di Cala Caparra per pescare a surice. Il tempo era bello, e non c’era motivo di stare in allarme; è vero, gli strumenti di bordo avevano segnalato l’approssimarsi di una tempesta, ma l’anziano pescatore sonnecchiava un poco e lesse tutto in ritardo. Quando zi’ Rocco cercò di rientrare alle Forna le onde glielo impedirono e lui – vecchio lupo di mare – intuì che la corrente lo avrebbe condotto fino a Palmarola. Si sbottonò la giacca, riaccese la pipa, si tirò sugli occhi la coppola per proteggersi. Dopo poche ore di difficoltà vide finalmente la sagoma dell’isola di Palmarola. La sua abilità fece in modo che la barca non subisse grossi danni, solo una ammaccatura contro gli scogli. Zi’ Rocco riuscì a tirare il piccolo battello lontano dalla portata dei marosi, posizionandolo in una stretta insenatura; poi risalì il costone sino alla sua casetta. Non aveva con sé la chiave ma forzò abilmente la serratura.
Entrò, accese un gran fuoco per asciugare gli indumenti, poi preparò una caponata tutta ponzese, un piatto prelibato.Zi’ Rocco andò a letto, il sonno fu turbato dalla vista di marosi improvvisi, non proprio una notte tranquilla. La mattina seguente spuntò il sole in una giornata ideale, zi’ Rocco pescò qualche calamaro e il pranzo lo vide gioire con una pasta che conservava per le grandi occasioni, bevendo una bottiglia del suo vino.
Intanto, le ricerche del pescatore erano in pieno svolgimento. Una barca a motore con tre amici a bordo raggiunse Palmarola. Appena sotto costa videro levarsi del fumo proprio dal comignolo della casa di zi’ Rocco. – Eccolo il mascalzone! …noi ci stiamo adoperando alla sua ricerca e lui sta qui a gozzovigliare -, dissero i temerari. Quando i tre salirono in casa, zi’ Rocco disse – Trasite, trasite, c’è da bere anche per voi. La notizia li aveva preceduti via radio, le Forna esplose in un urlo di gioia, un boato da stadio. Le campane suonarono a festa. Zi’ Rocco, appena messo piede a terra, cercava di vedere la moglie seduta in lacrime di gioia su una panchina. Corse ad abbracciarla e disse: – Marì, Marì… pecché chiagnite? Nn’u sapite che zi’ Rocco nun teme tempeste?! Ordinò all’orchestrina di suonare Marechiaro, O Sole Mio, Funiculì Funiculà. Finì naturalmente “a tarallucci e vino”.


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Paolo Iannuccelli
Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.