LAZIO – E’ la Coldiretti a chiedere un confronto sul tema alla Regione. Secondo l’ente i danni nella nostra regione ammontano già a 250 milioni di euro. La forte crisi idrica si appresta a superare livelli mai registrati dall’inizio del secolo scoro.

“Le nostre campagne, così come le città, sono ormai assediate dalla siccità che costringe a razionamenti sempre più miseri i terreni agricoli, soprattutto in quei centri come Frosinone e Latina dove l’erogazione viene sospesa tutti i giorni dalle 12 alle 18 in alcuni giorni come il mercoledì e la domenica”, dicono da Coldiretti.

La situazione comporta un aggravio di costi per le aziende che sono costrette ad utilizzare motori e pompe elettriche alimentate a gasolio, proprio in un momento in cui i costi dei carburanti sono via via lievitati. “Tutto ciò sta portando le aziende sul lastrico, già messe in ginocchio dalle difficoltà della pandemia e dall’aumento dei costi delle materie prime e (come se non bastasse) dalle malattie che colpiscono gli allevamenti come la peste suina”.

Per far fronte a queste problematiche, la Coldiretti ha presentato al Ministero delle Politiche Agricole due emendamenti che prevedono l’estensione del credito d’imposta anche al secondo trimestre 2022.

“Preoccupa seriamente la riduzione delle rese delle coltivazioni – continuano da Coldiretti – come il grano che fa registrare quest’anno un calo del 15%. Soffrono anche le coltivazioni di girasole, mais, cereali, foraggi, ortaggi e frutta”. Da inizio anno sul Lazio sono caduti 100 millimetri d’acqua, contro i 350 mm di media degli ultimi 16 anni. Lo stato di calamità prevederà anche l’intervento della Protezione Civile per coordinare tutti i soggetti coinvolti e cooperare nella gestione del bilancio idrico.


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