Basket serie A2, cominciati i play off e play out con poca visibilità mediatica e nessun ritorno per gli sponsor

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Tempo di play off per la promozione in A1 e playout per evitare la serie B ma la A2 italiana non riesce a decollare, ignorata dai media più importanti, con poco pubblico sulle tribune, nessun ritorno pubblicitario per gli sponsor. Si gioca un torneo con poca visibilità, nonostante la presenza di piazze storiche per la pallacanestro italiana come Udine, Cantù e tante altre. Il cambiare continuamente denominazione (B1, B eccellenza, A dilettanti, Dna, poi girone Silver e Gold, serie A2), ha creato negli anni scorsi una sorta di smarrimento tra gli appassionati. Rigurdo l’informazione cartacea è presente l’ottimo mensile Basket Magazine diretto da Mario Arceri ma quattro magazine sono spariti dalla circolazione (Superbasket, Giganti del Basket, Il Basket, Playbasket). La tv, con Mediasport, si collega alle cinque del pomeriggio della domenica per trasmettere un confronto in diretta, un orario davvero insolito con il segnale televisivo che in alcune zone d’italia arriva sfuocato. Ottima la telecronaca di Gandini e il commento tecnico di Frates. Le reti locali trasmettono talvolta le partite in differita in fasce di orario poco accessibili agli utenti. Da segnalare l’interessente possibilità di seguire in streaming, a basso costo, gli incontri di A2 grazie alla Lega che gestisce anche un sito internet da apprezzare con risultati in tempo reale. I principali quotidiani sportivi come Gazzetta e Tuttosport non dedicano nemmeno una riga al secondo campionato nazionale. Il Corriere dello Sport-Stadio è media partner del campionato, dedicando mezza pagina alla setimana alle cose più importanti che avvengono sul campo di gioco, offrendo interviste e commenti. Nel 1982 la Squibb Cantù ha commissionato alla Demoskopea una ricerca dal titolo: ‘Ricerca sulla pallacanestro in Italia, uno sport di successo per una sponsorizzazione’. E stata definita l’ immagine dello sponsor-prodotto e definite in generale le caratteristiche del prodotto basket e il suo potenziale. Quattro milioni di italiani seguivano la palla a spicchi, secondo sport di squadra per popolarità, presenza di pubblico ed incassi. Gli appassionati erano 31 volte superiori a quelli del rugby, oggi la palla ovale riesce quasi a riempire, con gli azzurri in evidente difficoltà di risultati da anni, lo stadio Olimpico di Roma in occasione del Sei Nazioni. Il momento è davvero critico per il basket, caduto nel dimenticatoio con share televisivo da partite di trofei giovanili. Solo la Virtus Bologna tiene alto il nome dell’Italia in Europa vincendo l’Eurocup con il turchi del Bursa e accedendo all’Eurolega insieme all’Armanl Milano che vanta una licenza pluriennale di ferro. Diecimila paganti alla Segafredo Arena, record d’incasso con 750. 000 euro a testimonianza di un progetto serio e vincente. Le buone prestazioni della Nazionale a Tokio non hanno avuto – purtroppo – l’effetto sperato. Nel nostro campionato cadetto giocano quintetti di città molto popolate come Torino e talvolta lo spettacolo non è da buttare. Eppure siamo relegati in un cantuccio, occorre tutti assieme fare di più per promuovere qualcosa di importante sul piano tecnico. In Italia dobbiamo tornare a curare i settori giovanili che sono stati incautamente abbandonati. Ci vorrebbero anche più persone – appassionate e competenti – per studiare prima il fenomeno negativo in atto e poi prendere le dovute contromisure; speriamo che il futuro sia più roseo con il girone unico a 20 squadre previsto per il 2024.


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Paolo Iannuccelli
Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.