Circa 3.000 persone di origine straniera risiedono sul territorio di Sabaudia per una percentuale che supera il 14% della popolazione locale.

Una buona fetta di cittadini, la maggior parte dei quali sono impiegati da anni nel settore dell’agricoltura, che nonostante la lunga permanenza stentano ad integrarsi nel tessuto sociale del comprensorio comunale, complice anche la scarsa considerazione loro rivolta nel tempo dalla componente politico-amministrativa della città.

E’ l’estrema sintesi dell’analisi sullo spinoso tema fatta da Davide Gabriele, candidato consigliere comunale per Scegli Sabaudia, una delle liste civiche che sostiene Alberto Mosca nella sua corsa alla carica di sindaco di Sabaudia.

“Riscontro una totale assenza di politiche in favore dell’integrazione sociale – scrive Gabriele – e in una Città come Sabaudia, dove 14 residenti su 100 sono di origine straniera, è inaccettabile. Bisogna tenere presente che l’assenza di una politica rivolta all’integrazione è spesso causa di tensioni sociali tra gruppi di cittadini e persone di origine straniera, specialmente nelle zone dove si sono formati veri e propri quartieri ghetto in cui dilaga illegalità, degrado e povertà”.

“Le minoranze etniche presenti nel nostro territorio – aggiunge – rappresentano un’importante risorsa per le aziende del comparto agroalimentare. Queste persone, nonostante il loro contributo, non possono partecipare alla vita politica cittadina poiché non hanno diritto al voto. Risulta fondamentale instaurare un dialogo con le minoranze etniche nel territorio tenute, attualmente, ai margini della società”.

Da qui, cavalcando il criterio del pluralismo culturale, e per “dar voce alle minoranze etniche presenti nella nostra Città”, l’esponente di Scegli Sabaudia propone l’attuazione di una seria politica d’integrazione sociale che preveda tra l’altro:

• housing sociale, affinché tanti braccianti che lavorano nelle aziende agricole possano essere ospitati in alloggi decorosi resi disponibili dai proprietari delle stesse aziende (le società potrebbero riqualificare capannoni inutilizzati e i braccianti, oltre ad essere ospitati in strutture decorose, eviterebbero di percorrere strade pericolose per recarsi a lavoro nei campi);
• una consulta delle minoranze, organo che permetterebbe di instaurare un dialogo diretto tra le minoranze e le istituzioni comunali.
• adeguati spazi sociali dove svolgere attività ludico sportive.

“Quelle descritte – conclude – sono solo alcune idee che permetterebbero di approcciare ad un modello d’integrazione sociale utile per tutti: ospiti e ospitanti”.

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