LATINA – “Riapertura, verso la riapertura, riapertura imminente: siamo all’ennesimo atto di una tragicommedia targata Lbc. Dopo sei anni di governo, a breve riapriranno i portoni del Teatro “D’Annunzio”. Non possiamo non rilevare che la “maggioranza di programma” ignori la grande ricchezza che la città di Latina può vantare sul piano culturale. Il “D’Annunzio”, infatti, non è che una tessera di un mosaico assai più ampio composto dai Teatri “Cafaro”, “Dei Mille” e “Ponchielli”. Per non parlare della meravigliosa sala del Palazzo della Cultura e della Pinacoteca, tuttora inagibili”.
Lo affermano in una nota i Capigruppo di FDI e Latina nel Cuore.
“In questi anni si è simpaticamente parlato di inaugurazioni, ad esempio del Museo Cambellotti. L’inaugurazione, però, è come la nascita: non può essere replicata. Il Museo ed il Teatro vennero inaugurati entrambi alla presenza dell’allora Ministro dei Beni Culturali Rocco Buttiglione, del Sindaco Vincenzo Zaccheo, del Sen. Ajmone Finestra e dell’Assessore alla Cultura Patrizia Fanti. Per non parlare della Biblioteca Comunale chiusa da 5 anni. I giovani della nostra città, di cui si fa una gran retorica, ringraziano!
Il Nucleo di Fondazione della nostra città, oltre ad essere un museo di architettura razionalista a cielo aperto, avrebbe tutte le caratteristiche per divenire un salotto culturale. Basti pensare al Museo Cambellotti, alla Casa del Combattente, al Museo della Terra Pontina. Edifici di Fondazione la cui fisionomia è di per sé patrimonio culturale. Lbc, fin dal 2016, aveva promesso alla città una rivoluzione culturale, che appare ancora di là da venire. La prova più evidente di questa mancanza di programmazione – oltreché di visione politica sul piano culturale – sta nel fatto che Lbc parla esclusivamente del “D’Annunzio”, ignorando (consapevolmente) la straordinaria molteplicità di patrimonio culturale esistente a Latina.
Nel merito, poi, non hanno una idea vera di quello che definiscono “indirizzo politico chiaro sulla gestione”. Abbiamo letto in un comunicato stampa che la grande escogitazione si tradurrebbe nella costituzione di una “società benefit” e in due mesi di gestione del teatro da parte di associazioni locali. Latina ha professionalità e competenze culturali di rilevanza nazionale che Lbc non ha neanche preso in considerazione. Fra l’altro, come è noto, si tratta per la maggior parte di sensibilità che provengono da un humus culturale certamente più affine alla sinistra. Noi, al contrario, abbiamo sempre coinvolto le professionalità al netto delle loro appartenenze politiche o partitiche. Parlare di “consulta civica di esperti”, significa mortificare la dignità culturale di una città importante come Latina. L’istituto della Fondazione, per Lbc, presenterebbe gravi “effetti collaterali”. Anche l’aspirina presenta effetti collaterali importanti, ma non per questo si rinuncia a prenderla quando se ne ha bisogno. Nel merito, poi, gli “effetti collaterali” di cui parla Lbc sono stati da lei reclutati in campagna elettorale. I sintomi? Spregiudicatezza ed ipocrisia acuti.
Il Teatro di Latina ha vissuto momenti importanti di vivacità culturale nei quali i nostri spettacoli hanno calcato i palcoscenici della Regione Lazio, del Paese ed anche esteri. Una valida alternativa alla Fondazione potrebbe prendere le forme del Teatro Stabile. Il precursore di tale istituzione fu il Maestro Giorgio Strehler con il suo “Piccolo di Milano”. Gli spettacoli venivano esportati in altre città e nei quartieri periferici del milanese. Dopo Milano, anche Genova, Torino ed altre importanti città italiane hanno costituito Teatri Stabili. Insopportabile, poi, il continuo riferimento alla mancata sicurezza del Teatro fin dagli anni ’90. Forse Lbc ignora che il 99,9% dei teatri italiani può alzare il sipario in deroga. Un esempio per tutti: il Petruzzelli di Bari. Dalla ricostruzione a seguito dell’incendio del 1991, il grande teatro pugliese continua ad operare essendo privo dell’agibilità.
Alla maggioranza diciamo: uscite dal tunnel della retorica e della propaganda ed iniziamo a confrontarci, nel merito, di politica e di amministrazione. Al centrodestra non mancano idee, visione e programmazione da mettere al servizio della città“.
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