Gustav Klimt torna a Roma. Per gli appassionati di arte la mostra “Klimt. La Secessione e l’Italia” è imperdibile, l’universo armonico e dorato di uno dei nomi più noti nel panorama artistico è curato in maniera egregia, sotto mille sfaccettature. La mostra offre nuovi spunti e curiosità appartenenti al mondo della Secessione.
L’artista austriaco Gustav Klimt torna a Roma, dove 110 anni fa, dopo aver partecipato con una sala personale alla Biennale di Venezia del 1910, fu premiato. “Klimt. La Secessione e l’Italia” ripercorre le tappe dell’intera parabola artistica di Gustav Klimt, ne sottolinea il ruolo di cofondatore della Secessione viennese e, per la prima volta, indaga sul suo rapporto con l’Italia.
Oltre duecento opere tra dipinti, disegni, manifesti d’epoca e sculture, prestati eccezionalmente dal Belvedere Museum di Vienna e dalla Klimt Foundation, tra i più importanti musei al mondo a custodire l’eredità artistica klimtiana, e da collezioni pubbliche e private come la Neue Galerie Graz.
Chi è Gustav Klimt e cosa rappresenta nel panorama artistico
A soli sei anni, Gustav Klimt, manifesta il suo talento figurativo. Il suo maestro propose ai genitori di fargli continuare gli studi alla Scuola di arti e mestieri a Vienna. La vocazione creativa di Gustav era, infatti, favorita dall’attività di incisore del padre Ernst.
A seguito dei suoi studi, dopo aver realizzato commesse in ogni parte dell’Impero austroungarico, Klimt inizia a sviluppare un nuovo stile che contrappone il realismo quasi fotografico dei ritratti e la decorazione piatta e stilizzata delle cornici e dello sfondo e diventa uno dei fondatori dei movimenti d’avanguardia più importanti del XIX secolo: la Secessione viennese.
Klimt, in questo contesto, era considerato una personalità eminente e un catalizzatore. Il suo impegno accompagnò la nascita e gli anni d’oro del movimento.
Una rassegna che indaga i rapporti tra il movimento Secessione e l’Italia
La mostra – curata da Franz Smola, curatore del Belvedere, Maria Vittoria Marini Clarelli, Sovrintendente Capitolina ai Beni Culturali e Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna – presenta anche una selezione di dipinti e sculture di altri artisti, che supporta il racconto del periodo della Secessione viennese e dell’influsso di Klimt in Italia. Non solo, ripercorre la vita dell’artista e la sua produzione, indagando il rapporto con l’Italia, meta di viaggi e luogo di alcuni successi espositivi.
La rassegna a Roma è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è co-prodotta da Arthemisia, che ne cura anche l’organizzazione, con Zètema, in collaborazione con il Belvedere Museum e in cooperazione con Klimt Foundation.
Ospite d’eccezione è il Ritratto di Signora (1916-17), trafugato dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e recuperato nel 2019. Non mancano opere iconiche come “Giuditta I”, “Signora in bianco”, “Amiche I (Le sorelle)” e “Amalie Zuckerkandl”.
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