POMEZIA – Estorsione e usura è stato colto con le mani nel sacco un usuraio 65enne, non sapendo che le sue mosse venivano monitorate da tempo dai Carabinieri. Trasferito in carcere perché gravemente indiziato per i reati di usura ed estorsione, aggravati dal metodo mafioso.
La vittima è un imprenditore pometino, che – a causa di difficoltà economiche con il fisco – si rivolge a un primo usuraio. Il debito è enorme e per pagarlo l’uomo si trova in difficoltà, anche perché la somma che lo strozzino gli ha prestato non è sufficiente per ripagare il debito con l’Agenzia delle Entrate.
Riesce, per questo, a farsi prestare il denaro da ulteriori usurai. Ma arriva alla crisi economica dovuta al Covid e l’uomo non ce la fa più a pagare: i pagamenti totali superano i 20 mila euro al mese.
Ormai sfinito, l’imprenditore ha raccontato tutti ai militari che, attraverso intercettazioni sia ambientali che telefoniche, sono riusciti a far emergere l’ostentata vicinanza ad elementi di spicco della criminalità e ad associazioni mafiose. L’usuraio, infatti, avrebbe continuato a minacciare l’imprenditore e la sua famiglia in caso di mancati pagamenti.
A casa del sessantenne sono stati sequestrati due preziosi orologi dell’importo complessivo di 15.000 euro, telefoni cellulari e appunti contabili utili alle indagini.
In attesa del processo, il 65enne è stato trasferito nel carcere di Cassino. L’indagine versa ancora nella fase delle indagini preliminari.
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