LAZIO – Ospedali in tilt e ambulanze che vengono utilizzate come letti d’ospedale per mancanza di posti. Nella nostra regione – stando alle valutazioni dell’Agenas – il sistema sanitario ha già superato il limite del passaggio dalla zona bianca alla zona gialla. All’Umberto I, al Policlinico Tor Vergata, al San Camillo, al Casilino una quarantina di mezzi è rimasta bloccata in attesa di trovare un posto ai pazienti che ospitavano a bordo.

Lunghe attese per trovare ai malati un posto nei reparti dell’ospedale, code di ambulanze usate come letti per i pazienti in attesa, perché non si sa dove portarli. La nuova emergenza sanitaria del Lazio è, secondo Zingaretti, dovuta soprattutto alle persone non vaccinate.

L’occupazione nelle intensive è al 14% contro il 10 previsto, in area medica siamo al 15%, al limite massimo.

Intanto la Regione fa sapere del cambio di colorazione previsto per il post-feste, tuttavia ciò sembra essere il problema minore per le blande restrizioni previste, come l’obbligo di mascherina all’aperto. Solo ieri i nuovi contagi erano 2933, benché in riduzione rispetto al giorno precedente, dei quali 1618 a Roma. 7 i decessi e 996 ricoveri di cui 135 terapie intensive. Ma questi dati vanno presi con le pinze, perché in concomitanza con le feste sono diminuiti i tamponi effettuati.

Che la nuova variante sia particolarmente contagiosa lo dimostra anche il rapporto tra esiti positivi e test effettuati che è salito al 7,4%, doppio rispetto alla settimana scorsa. Per tale motivo gli ospedali regionali sono di nuovo in difficoltà, affollati e con ritardi nelle cure degli altri cittadini a causa dei non vaccinati, come sottolinea il governatore Nicola Zingaretti.

«Paghiamo – spiega un medico di un Dea – l’aumento dei casi Covid, la ritrosia delle famiglie a portare i loro cari nelle Rsa e soprattutto il calo dei posti letto. Dove sono quelli nuovi promessi dalla Regione?». Nei giorni scorsi, in prospettiva di passare allo scenario ospedaliero 4, il Lazio ha previsto un piano A, con altri 241 postazioni di ricovero ordinario e 51 in terapia intensiva, per un totale rispettivamente di 1.542 e 242 letti, mentre in caso di maggiore diffusione della Omicron si dovranno aggiungere 437 posti ordinari e 90 in rianimazione, giungendo così a quota 1.736 e 281 posti.

Per quanto riguarda la vaccinazione, 10 milioni sono state quelle già effettuate ma ancora solo il 38% della popolazione ha ricevuto la terza dose booster. Vista l’emergenza, ieri sono partite in anticipo le prenotazioni per la dose di richiamo (booster) nella fascia 16 e 17 anni e in quella dei fragili tra i 12 e i 15 anni, mentre anche l’Idi apre un servizio per fare i tamponi.


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