LATINA – «La giunta presentata da Coletta non può che essere letta come una ulteriore provocazione dopo la conferma della direttrice generale all’indomani del ballottaggio. Non si può far finta di niente. All’impegno di una giunta di alto profilo e squisitamente tecnica, la risposta è stata l’inserimento di due esponenti politici. E’ evidente che il sindaco Coletta non ha paura di andare a casa o forse sa che non sarà sfiduciato».
Lo afferma la consigliera comunale e provinciale della Lega Giovanna Miele.
«La coalizione di centrodestra nel primo Consiglio comunale ha dato sicuramente prova di unità ma probabilmente la percezione che trasmette all’esterno è diversa. Non possiamo nascondere che il centrodestra, coi suoi leader, ha perso le elezioni comunali e, al di là di tentativi maldestri per cercare fantasiosi responsabili, sarebbe stato più opportuno fare un’analisi oggettiva dei reali motivi di quella che oggi più che mai può essere considerata una disfatta; perché responsabilità e coraggio unitamente a passione e concretezza, sono ingredienti salienti in politica.
Ritengo ancora che all’indomani del voto si dovesse prendere in mano la situazione per non lasciare i cittadini disorientati, con una strategia chiara e trasparente, dimostrando a tutti che l’obiettivo primario fosse la comunità. Dovevamo lavorare mettendo al centro realmente l’amore e gli interessi della città, ovviamente in coerenza con la battaglia che avevamo fatto negli ultimi cinque anni contro la gestione Coletta, poi continuata in campagna elettorale.
Dovevamo farlo perché non avevamo altra scelta che tutelare tutti i cittadini che volevano vederci gestire questa città e ci hanno premiato con la maggioranza assoluta in consiglio comunale. Se questo non fosse possibile, allora non c’è alternativa: votare e basta. Sono stati fatti tanti errori a danno di questa città e non possiamo rimanere ancora inermi davanti all’idea di un mezzo governo, di un mezzo consiglio, di un mezzo accordo, di un quasi sindaco con una quasi giunta.
Chi pensa che Latina debba essere oggetto di scambi elettorali o politici deve fermarsi subito. Latina non è merce di scambio».
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