Titolo: 3/19
Regia: Silvio Soldini
Soggetto: Doriana Leondeff, Davide Lantieri, Silvio Soldini
Sceneggiatura: Doriana Leondeff, Davide Lantieri, Silvio Soldini
Musica: Gian Luigi Carlone
Paese Produzione: Italia, Svizzera, 2021
Cast: Kasia Smutniak, Francesco Colella, Caterina Forza, Paolo Mazzarelli, Martina De Santis, Antonio Zavatteri, Anna Ferzetti, Arianna Scommegna, Giuseppe Cederna, […]
3/19 è un film diretto da Silvio Soldini che, con il suo singolare stile inconfondibile e raffinato, esplora con semplicità ancora una volta la sensibilità di una donna. Si tratta di Camilla Corti (Kasia Smutniak), un avvocatessa molto presa dal suo lavoro in una società che pensando al profitto le ha fatto perdere il senso di umanità e l’essenza degli affetti familiari e dei rapporti sociali. Una sera, a causa di un litigio con Steve (Antonio Zavatteri), il suo capo, scende dall’auto che li trasportava e si incammina sotto la pioggia battente lungo una via, dove viene investita da uno scooter su cui c’erano due giovani. Uno di questi scappa con la moto per paura, mentre l’altro rimane per terra senza vita: è un migrante senza documenti di cui non si conoscono né la provenienza né il nome; per questo all’obitorio gli assegneranno il numero “3” perché è il terzo non identificato di quell’anno. Questo evento drammatico la scuote, le condiziona il normale svolgersi della vita quotidiana, la turba profondamente, le fa ricordare un evento drammatico familiare avvenuto quando ancora era giovane, che ha sconvolto la sua esistenza e da cui ha tratto un greve senso di colpa. Eppure, quell’incidente avvenuto per caso determina gradualmente in Camilla una ricerca forsennata tesa a conoscere la vittima, forse spinta da una remota negligenza che serbava inconsciamente in sé. Ciò gradualmente la porta ad ottenere una metamorfosi comportamentale, un cambiamento psichico, che la conduce ad uscire dalla solitudine in cui si trovava, e a riconoscere la propria limitatezza e la propria finitezza, che non aveva ancora percepito in seguito all’assiduo lavoro che svolgeva e all’ambiente di una città fredda, statica, fatta di cemento, di stereotipi, di formalità e di indifferenza, in cui viveva. Per caso, anche questa volta, Camilla viene indotta a mettere in atto inavvertitamente il principio socratico, il conosci te stesso, perché inizia a esaminarsi interiormente, a scoprire i suoi veri sentimenti che erano rimasti latenti per tanto tempo, e a estrapolare da sé quell’umanità, di cui aveva perduto il sentore, espressa in un incontrollabile amore per il prossimo. Acquisisce, infatti, un’etica relazionale, che la induce a sottoporre a valutazione le sue convinzioni morali nel senso di chiedersi quali siano vere o false, fondate o infondate, ammissibili o inammissibili, legittime o illegittime, assolute o relative. Tant’è che viene da sé che Camilla incomincia a usare modi diversi nel relazionarsi, sua sponte, che la stimolano a troncare il rapporto con il suo amante Maurizio (Paolo Mazzarelli), a riprendere con la figlia Adele (Caterina Forza) il naturale dialogo familiare che era stato interrotto dal momento che si era separata dal marito, e a stringere amicizia con il direttore dell’obitorio, Bruno (Francesco Colella), con l’aiuto del quale riesce a conoscere della vittima ciò che le bastava sapere per dargli una giusta sepoltura, in un luogo ameno, perché quando muore una persona si apre un buco nel mondo. E noi dobbiamo celebrare questo lutto, altrimenti il buco non si chiuderà più.
Ancora una volta, Soldini con uno sguardo consapevole sulla realtà moderna indaga sull’animo di una donna nel pieno della sua maturità e della sua carriera, la cui esistenza è condizionata dal passato. Lo fa con sagacia e ricercatezza, così come ha fatto con Rosalba (Licia Maglietta) in Pani e tulipani (2000) o con Elsa (Margherita Buy) in Giorni e nuvole (2007), non solo per sottolineare che chi è indotto professionalmente a fare senza soluzione di continuità si allontana dal suo essere, perde cioè la sua essenza naturale, subendo delle gravi distorsioni comportamentali e il distacco dalla società, ma anche per rimarcare che il carrierismo è una malattia che fa trascurare gli affetti familiari e non, nelle varie sfaccettature, e fa perdere il senso della vita e dell’essere sociale.
3/19 è un film che fa riflettere sulla società in cui viviamo e sui suoi aspetti deleteri per il genere umano e quindi sulla collettività.
Filmografia
Antonio e Cleo (episodio di Provvisorio quasi amore, 1988), L’aria serena dell’ovest (1990), Un’anima divisa in due (1993), D’estate (episodio di Miracoli – Storie per corti, 1994), Le acrobate (1997), Pane e tulipani (2000), Brucio nel vento (2002), Agata e la tempesta (2004), Giorni e nuvole (2007), Cosa voglio di più (2010), Il comandante e la cicogna (2012), Il colore nascosto delle cose (2017).
Francesco Giuliano
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