Amministratori forgiati nell’acciaio della convinzione di fare bene e presto

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TERRACINA – Domanda: quando la critica politica è veramente giusta e non rinviabile?

Risposta: sicuramente quando alla base di essa vi è una analisi oggettiva dei fatti che si analizzano: senza condizionamenti o pensieri reconditi, finalizzata poi a informare i cittadini (nel bene e nel male) sulle condotte di chi dovrebbe tutelare gli interessi generali.

Interrogativi e propositi virtuosi che dovrebbero essere patrimonio anche di un’amministrazione comunale in completo stato confusionale, che s’incarta ogni giorno di più in cervellotiche decisioni politiche e amministrative.

L’ultima?

La conferma – anche dopo la decisione negativa dell’intero consiglio comunale – di tentare di vendere, anche a pezzi, l’ex mercato annonario delle Arene.

Siamo certi che non possono essere sufficienti le ragioni del persistente disastro della finanza locale per giustificare l’amputazione di un importante struttura  posta al centro della città bassa, considerando anche che soltanto pochi giorni orsono il primo cittadino annunciava l’uscita dal dissesto economico del Comune.

E allora, tenuto conto della stravagante proposta del privato, ci si chiede a chi potrebbe giovare veramente la vendita a pezzi di un bene pubblico come l’ex mercato Arene?

Interrogativo al momento che non possiamo evadere.

In ogni modo il perseverare diabolico dell’amministrazione comunale di oggi ci riporta alla memoria le “scempiaggini” politiche di ieri, quando voleva consegnare “Palazzo Braschi” a una pseudo università di marocchini, o la discussione di questi giorni sulla possibilità di allocare nello steso sito storico un improbabile istituto di formazione per le attività della nautica.

Ma la scia delle “bufale” e del non fatto da parte dell’amministrazione comunale di Terracina è lunghissima.

Rammentiamo la gestione dei beni archeologici e storici bloccati, fermi al palo per incapacità di prevederne un’ottimale gestione, oppure l’inverosimile ristrutturazione del palazzetto dello sport di viale Europa, o del centro natatorio in costruzione da decenni a San Martino,  per non parlare  di uno stadio (il Colavolpe) lasciato per mesi allo stato brado e poi concesso ad un privato che si è accollato i costi di riattivazione e gestione.

Quello che possiamo formulare è un tristissimo “Rosario” pensando anche a quello che accade al “Calcatore” e al nuovo complesso commerciale “Arene”, dove il Comune doveva ricevere delle contropartite finalizzate a beneficiare in servizi pubblici i cittadini dei rispettivi quartieri e invece, dopo anni, nulla si è visto.

E mentre tutto questo accade, un assessore è pronto a radunare le associazioni interessate per farsi indicare la giusta strada per “ristrutturare” l’altro mercato annonario di Terracina: “La Marina”.

Anche qui notiamo propositi forgiati nell’acciaio della convinzione di poter fare bene e presto.

E il meglio – ci si dice – deve ancora arrivare.

 

 

Gina Cetrone

Movimento politico “Sì Cambia”


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