LATINA – La giornata di ieri rappresentava il termine ultimo per presentare ufficialmente le modifiche ai calendari provvisori dei Campionati Regionali di pallavolo: in provincia di Latina nessuna delle squadre del capoluogo è stata in grado di indicare l’impianto in cui giocare le proprie partite casalinghe. Una notizia che, paradossalmente, era già attesa da tempo: in tanti si aspettavano un epilogo di questo genere, vista la situazione relativa agli impianti sportivi cittadini.

A raccontare questa storia sono proprio le società sportive di pallavolo di Latina, autrici di una nota sul caso: «Latina, città dell’immobilismo più totale, ha colpito ancora – scrivono le squadre – Siamo arrivati ai primi di ottobre, tra quindici giorni cominceranno le attività federali e le società sono ancora costrette, dopo quasi due anni, unico esempio in tutta Italia, a non poter sapere cosa riserva loro il futuro. Qualcuno ha deciso di abbandonare la città, spostandosi a decine di chilometri di distanza, pur di garantire il regolare svolgimento delle partite e la partecipazione ai campionati. Le più fortunate si sono abbassate a pagare un canone triplo rispetto a quello degli impianti scolastici, pur di mantenere vivo il proprio movimento. La maggior parte si è accontentata di utilizzare spazi all’aperto o del tutto fatiscenti, pur di non dichiarare sconfitta».

E ancora «la misura è colma e le possibilità di sopravvivenza azzerate. L’autunno incombe, le piogge ed il freddo impediranno a breve anche questa ultima possibilità di continuare a rimanere in vita, costringendo tutti a dichiarare pubblicamente di non poter più garantire alla propria utenza la possibilità di fare sport. Comune, Provincia, Vigili del Fuoco, Istituzioni Scolastiche: ognuno ha scaricato le responsabilità di questo fallimento sugli altri, con il solo risultato di continuare a perpetrare uno stato di chiusura totale senza possibilità di via di uscita. Nel resto della Nazione si è tornati a giocare negli impianti scolastici e nei Palazzetti già da marzo, a Latina no. A Latina si continua a discutere di fidejussioni, di ratei doppi, di fantomatici anticipi da versare prima di poter avere un’autorizzazione, dimenticando che il mondo dello sport per due anni non ha prodotto redditi. Ora è giunto il momento di denunciare questo stato di cose: a Latina nessuno si è interessato al mondo sportivo».

Insomma, le società non salvano nessuno: «Le parole e le promesse sono state tante, troppe. I risultati concreti, pari allo zero assoluto. Le società sono esasperate e prostrate. L’utenza reclama a gran voce servizi e nessuno è in grado di dare risposte ai richiedenti. Una situazione devastante, che non può più essere taciuta. Le Asd del territorio svolgono prima di tutto un’azione sociale nei confronti dell’utenza giovanile. Nessuno si è mai arricchito facendo sport a livello promozionale, eppure le stesse Società vengono descritte e trattate come se facessero del professionismo la loro missione. Qualcosa non torna, c’è un passaggio che sfugge. La realtà è una sola: Latina, città dei diritti, non è in grado di garantire ai propri cittadini uno dei valori fondamentali della crescita giovanile: lo sport».


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