Esperienze artistiche trovano risonanza nell’ambito del nostro paradigma quantistico. La loro rilevanza per l’auto-organizzazione della materia è stata scoperta da artisti e umanisti molto prima degli scienziati. (E. Del Giudice)
La paura di un individuo è definita nella sua accezione più significativa come uno Stato emotivo consistente in un senso di insicurezza, di smarrimento e di ansia di fronte a un pericolo reale (ndr: es. la pandemia Covid-19) o immaginario o dinanzi a cosa o a fatto che sia o si creda dannoso: più o meno intenso secondo le persone e le circostanze, assume il carattere di un turbamento forte e improvviso, che si manifesta anche con reazioni fisiche, quando il pericolo si presenti inaspettato, colga di sorpresa o comunque appaia imminente. (da Enciclopedia Treccani)
Questa paura individuale, tuttavia, a causa della pandemia Covid-19 dovuta al virus Sars-Cov-2, è diventata collettiva non tanto perché ogni individuo si trova direttamente o indirettamente compromesso da questa malattia, ma la cui causa va risposta in un fenomeno fisico noto con il nome di “risonanza” che si verifica quando l’ampiezza delle oscillazioni indotte in un sistema oscillante (meccanico o elettrico) da una forza esterna, assume in determinate condizioni valori molto elevati. Ad esempio spingendo un’altalena (sistema meccanico), su cui è seduto un bambino, al momento giusto e con minimo sforzo, si possono ottenere grandi ampiezze di oscillazione. A questo punto non bisogna meravigliarsi quando si viene a conoscenza che ciò che succede a livello biologico sia connesso con la fisica, in particolar modo con la fisica quantistica. Il professore Ignazio Licata (1958), fisico teorico, infatti, nel suo articolo La Descrizione Fisica dei Sistemi Viventi (9 dicembre 2013) scrive che l’incontro tra fisica e biologia è un territorio in rapida espansione, ed ha trovato i suoi punti di forza nei modelli di dinamiche auto-(etero)-organizzative, che verosimilmente includeranno in futuro anche aspetti quantistici ben oltre la biochimica tradizionale.
Ancor prima e concordemente, il compianto fisico, prof. Emilio Del Giudice (1940 – 2014) affermava che secondo il paradigma quantistico – le cui basi furono poste dal fisico tedesco Max Planck (1858 – 1947) con il suo articolo “Sui quanti elementari della materia e dell’elettricità” (1900) – al mondo non esiste nessun oggetto che sia isolabile. Lo stesso Del Giudice, nella conferenza Fisica quantistica – Il concetto di risonanza (11 giugno 2012), spiegava che il fenomento della “risonanza” avviene anche tra gli organismi viventi studiati nell’ambito della fisica quantistica (la fisica quantistica concepisce la realtà fisica non come un mero aggregato di atomi ma aggiunge a essi una rete di relazioni non necessariamente localizzabili nello spazio e nel tempo il cui insieme costituisce il vuoto quantistico. Il vuoto è una base non separabile in entità localizzabili che interagisce con tutti gli oggetti localizzabili nello spazio e nel tempo): L’accezione intuitiva di questa parola (cioè risonanza) è avere un movimento spontaneo del proprio essere, una pulsazione vitale che abbia lo stesso ritmo di quella dell’altro, come in una danza. Noi ci aspettiamo che se i corpi, le psiche e i cervelli si muovono all’unisono, anche le emozioni (ndr: come la paura momentanea), i sentimenti (ndr: come la felicità), le passioni (ndr: come la paura persistente), le idee saranno coinvolte in una danza comune in cui ognuno sentirà il piacere di non essere limitato nel proprio corpo ma di vederlo allargato fino a comprendere una parte importante dell’altro da noi. … In fisica quantistica, ogni oggetto fisico, sia esso un corpo materiale (e quindi anche un corpo umano) o un campo di forze, fluttua in modo spontaneo. Le fluttuazioni del ritmo di oscillazione dei corpi, che nel gergo dei fisici è denominato “fase”, si diffondono nell’ambiente in forma di potenziali di particolari campi, … che le trasformano in fluttuazioni proprie e le diffondono nell’ambiente. Sotto particolari condizioni studiate dalla teoria queste fluttuazioni possono sintonizzarsi tra di loro, diventare coerenti e dar luogo ad una oscillazione collettiva all’unisono di un vasto insieme di componenti che acquista quindi una sua unità, ma anche un significato fornito dall’oscillazione vista in se stessa come una musica.
L’organismo vivente è una forma alta e complessa di questa proprietà di coerenza, che richiede per il proprio buon funzionamento che la musica non sia un rumore caotico ma abbia un ritmo, ovvero una “fase” ben definita. Ogni oggetto è caratterizzato sia da fluttuazioni indotte dall’esterno mediante apporti di energia sia da fluttuazioni spontanee. Si definisce stato fondamentale di quell’oggetto, ovvero nel gergo dei fisici “vuoto”, lo stato di minima energia dell’oggetto. Il “vuoto” è quindi l’insieme delle fluttuazioni spontanee dell’oggetto. Il “vuoto”, in altre parole, è quell’entità – chiamata mare di Dirac – che è ben diverso dal vuoto democriteo, corrispondente al nulla. E questo mare costituito da antimateria, cioè da elettroni ad energia negativa, lo si deve immaginare come un enorme atomo inerte. Esso costituisce dunque il “tessuto connettivo” di tutti i corpi che costituiscono la materia, tant’è che nessun corpo si può isolare dal “vuoto”. Da ciò deriva che tutti gli esseri umani sono connessi tra di loro da questo “vuoto”. E tramite esso, le fluttuazioni spontanee rendono “aperto” l’oggetto, mettendolo in comunicazione con l’ambiente grazie a queste fluttuazioni. Ogni oggetto è caratterizzato sia da fluttuazioni indotte dall’esterno mediante apporti di energia sia da fluttuazioni spontanee. Per avere un riscontro basta usare la fantasia immaginando che gli esseri viventi siano come tante barche che oscillano in un mare mosso (il vuoto). Tuttavia – aggiunge il prof. Del Giudice – in fisica quantistica esiste un teorema che afferma la sussistenza di un principio di indeterminazione nelle oscillazioni collettive, cioè il prodotto della incertezza (larghezza dell’intervallo dei valori possibili) del numero di oscillatori (ndr: iN) per l’incertezza della fase (ndr: iF) non può essere minore di una costante universale (ndr: iN·iF³ h/4p). Quindi, poiché nell’organismo vivente, come in ogni sistema coerente, l’incertezza della fase (iF) deve essere la più piccola possibile, ne consegue che l’incertezza del numero di oscillatori (iN) deve essere la più grande possibile. Ma in un organismo individuale isolato l’incertezza del numero di oscillatori non può essere grande perché questo numero in un corpo dato è ben definito e coincide con il numero di molecole componenti. Per rendere incerto il numero di oscillatori partecipanti alla danza collettiva, l’organismo deve necessariamente aprirsi all’esterno e uscire dal proprio isolamento, restando nel quale la fase dell’oscillazione diventerebbe incerta gettando nel caos la sua dinamica interna. Una dinamica interna ben regolata è perciò possibile sotto la condizione inderogabile che l’organismo risuoni con l’esterno, con altri organismi, con parti vaste della natura. … La fisica quantistica moderna fornisce perciò un modello oggettivo per comprendere ciò che l’umanità ha avuto chiaro fin dai primordi e che la “civiltà” moderna fondata sulla competizione, sulla volontà di sopraffazione di ognuno su tutti gli altri, sullo sforzo incessante di veder riconosciuto il proprio “merito” cerca di sopprimere. La vita si fonda sulla coerenza, sulla risonanza dei diversi, sul desiderio di ognuno di risuonare con il maggior numero possibile di altri. La “civiltà” moderna, nella misura in cui cerca di trasformare l’amore in possesso, è civiltà di morte. … L’organismo soffre, e quindi “si ammala”, quando la capacità di autoriparazione è ostacolata da una qualche perturbazione che colpisce la pulsazione naturale e la sua capacità di adattarsi ai mutamenti richiesti dall’ambiente; la malattia è quindi sempre una difficoltà di dialogo tra l’organismo e il suo ambiente, cioè l’insieme di altri organismi e oggetti con cui esso è in relazione. Gli antichi erano ossessionati dall’horror vacui, la fisica quantistica mostra che la natura è invece contrassegnata dall’horror quietis. La natura non può stare ferma, nessun oggetto in natura è libero di non oscillare, “vuoto” incluso. Ecco perché la paura di diversi individui genera fluttuazioni che vengono diffuse nell’ambiente dove possono sintonizzarsi tra di esse, diventare coerenti e dar luogo ad una oscillazione estesa corrispondente alla paura collettiva.
Francesco Giuliano
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