Piano delle Emergenze con … svarioni

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TERRACINA – Il Piano di Protezione Comunale è stato, senza appariscente cerimonia pubblica ufficiale, ribattezzato in pochi giorni il piano delle amenità per gli strafalcioni che vi sono contenuti.

Si legge testualmente nel fondamentale documento che dovrebbe affrontare le emergenze naturali sul territorio terracinese: “… Interruzioni della funzionalità dell’ospedale Sant’Alessio, delle funzionalità del tribunale, dell’operatività della caserma dei vigili del fuoco.

Un attento osservatore, all’uopo, giorni dopo ha divulgato: “A guardare bene sembra che il piano sia rimasto a qualche tempo fa: il tribunale non esiste più, l’ospedale sia chiama “Alfredo Fiorini”, la caserma di vigili del fuoco è in via di realizzazione …”.

Poi vi sono amenità più di sostanza non rilevate dall’attento osservatore, ma neanche dal presidente e dai membri della commissione competente comunale, dal sindaco e dai suoi assessori, dal presidente del Consiglio comunale e neppure dall’intera assise che pure lo ha approvato.

Al capitolo “Destinatari”, pagina n.180 della monumentale opera, c’è scritto: “La cittadinanza (in particolare la popolazione interessata da scenario di rischio), con il coinvolgimento diretto dei singoli cittadini e associazioni, pro loco, parrocchie, gruppi vari, alunni delle scuole dell’infanzia e primarie presenti nel Comune di Colfelice.

C O L F E L I C E?

Sembra impossibile leggere un tale passaggio, considerato che il piano è stato commissionato per il Comune di Terracina, ma c’è scritto proprio così: nero su bianco e pubblicato anche sul sito internet dell’ente.

Senza contare le altre giocondità rilevate.

Non abbiamo intenzione di alimentare alcuna polemica ma non vorremmo che per la fretta di consegnare il Piano di Protezione Comunale, vista l’inderogabile scadenza imposta dalla Regione Lazio, pena la perdita del finanziamento (14.000 euro) per la redazione dello stesso, qualcuno (senza far nomi) abbia realizzato, per quanto riguarda il testo nelle sue parti generali, due documenti in un sol colpo: uno per Terracina l’altro per Colfelice.

A pensare male si fa peccato, sosteneva qualcuno …

E poi non è neanche la prima volta che simili svarioni capitano nei documenti importanti redatti dal comune di Terracina.

In altra occasione accadde per l’appalto della raccolta dei rifiuti solidi urbani, dove al posto di Terracina qualcuno (senza far nomi) trovò scritto quello di una città dell’Italia settentrionale: refuso immediatamente corretto. Come rettificato dalla magistratura, fu il vincitore di quell’appalto.

Alla luce di questi virtuosismi il Popolo Sovrano Terracinese si potrebbe chiedere – forse – turbato: chi controlla i controllori?

Risposta – forse – corale: boh?

 

Gina Cetrone

Movimento politico Sì Cambia


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