LATINA – Così ha deciso il Tribunale del Riesame di Roma dopo che, la mattina del 20 luglio, si era discussa l’udienza per il politico e il manager accusati di rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione nell’ambito della concorsopoli interna all’Azienda sanitaria pontina, resa evidente da due indagini confluite insieme ed eseguite dalla Squadra Mobile e dalla Guardia di Finanza di Latina.
Per Rainone si tratta del secondo niet da parte del Riesame di Roma dopo che il manager della sanità era stato colpito dalla prima ordinanza di fine maggio in cui è accusato, insieme al funzionario Asl Mario Graziano Esposito, di falsità ideologica in atti pubblici e rivelazione di segreti di ufficio, entrambi nella forma aggravata. L’ex Presidente di Commissione dei due concorsi, ritenuti truccati dagli inquirenti, ha fatto ricorso in Cassazione contro quella pronuncia.
Tornando alla decisione odierna, il Riesame ha respinto anche il ricorso dell’ex senatore ed ex membro della Commissione parlamentare Antimafia Claudio Moscardelli che si era difeso rispondendo alle domande del Gip Giuseppe Cario lo scorso 8 luglio. Per l’esponente dei Dem pontini – oggetto di attività di intercettazione e protagonista di almeno due segnalazioni per due concorrenti al concorso da 23 posti come collaboratori amministrativo indette in forma integrata dall’Asl di Latina – i suoi rapporti con Rainone erano politicamente fisiologici, così come quelli con gli alti vertici della Sanità regionale e locale.
Una versione che evidentemente non deve aver convinto il Collegio dei giudici del Tribunale della Libertà che hanno deciso di lasciare sia lui che Rainone agli arresti domiciliari.
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