SEZZE- Shock anafilattico scampato per un 61enne, punto sulla fronte da un insetto e salvato grazie all’intervento di un infermiere.
Ad emergenza ormai da diverse settimane sotto controllo, sono davvero tanti i cittadini di Sezze che sono tornati a chiedere a gran voce l’apertura h24 del Presidio di Assistenza Territoriale, l’ex Punto di Primo Intervento che l’Azienda Sanitaria di Latina aveva deciso di tenere aperto solo 12 ore al giorno, dalle 8 del mattino alle 20, per permettere un’equa distribuzione delle risorse umane, medici e infermieri, che avrebbero potuto sostenere altre strutture sanitarie impegnate nella lotta contro la pandemia.
Una scelta che, sebbene criticata perché toglieva un presidio sanitario importante ad un territorio vastissimo che se ne serve quotidianamente e in una fascia oraria nella quale ci si rivolge spesso, era stata comunque accettata per venire incontro alle esigenze dettate dalla battaglia che si stava conducendo contro il Coronavirus.
Ma adesso, con i numeri che sono tornati al di sotto della soglia di emergenza e con gli ospedali che sembrano aver superato il momento più critico anche grazie alla campagna vaccinale ancora in corso, non si riesce a comprendere per quale motivo il presidio sanitario setino sia ancora aperto solo 12 ore, mentre per le restanti 12, la fascia notturna, è sostituito da un’ambulanza medicalizzata.
Alle domande della cittadinanza non sono arrivate risposte e, in questo caso, anche l’assenza del governo politico della città pesa nella gestione del problema. Ieri mattina questa situazione ha seriamente rischiato di costare la vita di un uomo, un 61enne che, punto sulla fronte da un insetto, è entrato in shock anafilattico.
Portato da alcuni familiari davanti all’ingresso del PPI che in quel momento era ancora chiuso, l’uomo ha iniziato a peggiorare a vista d’occhio, dando anche l’impressione di perdere i sensi. I suoi familiari hanno a qual punto chiamato un’ambulanza, ma è stato tempestivo l’intervento di un infermiere di Sezze che passava lì per caso nel giorno di riposo a risolvere la questione. Coordinandosi con un dottore al telefono, l’operatore sanitario è intervenuto con farmaci che hanno presto rimesso in sesto il 61enne, ma la paura è stata tanta.
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