Buongiorno, svegliarsi la mattina, in Italia e sapere che, un tipo tosto come Giovanni Brusca che ha fatto saltare con il telecomando il giudice Falcone e la sua scorta nella strage di Capaci, che ha sciolto nell’acido il ragazzino Di Matteo e che ha perso il conto degli oltre 150 omicidi di cui è stato partecipe, sia a piede libero, non mi fa stare eccessivamente tranquillo. Sapere che a piede libero circola in Italia anche una tal Francesca Rizzi, milanese che ha vinto nel 2019 il concorso di bellezza per “Miss Hitler” sul social network russo “Vk”, sia tra i dodici indagati finiti nel mirino dei carabinieri nell’ambito dell’inchiesta della procura di Roma su alcuni appartenenti al gruppo “Ordine Ario Romano“, non mi rassicura. Sapere che un tal professor Marco Gervasoni, docente dell’Università del Molise già perquisito nelle scorse settimane nell’ambito dell’indagine per minacce a offese al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, possa circolare impunemente, senza pagare il fio, non mi entusiasma. Che in politica ci si possa far eleggere, a Roma come a Massa (MS), in una lista e poi da saltafossi, voltagabbana o opportunisti che dir si voglia, si possano usare i partiti come un bancomat personale o un autobus su cui salire e scendere a piacimento, non mi fa sentire in uno stato democratico, ma un cittadino preso sonoramente per i fondelli dal sistema politico. Se è vero che la pandemia da coronavirus ha impedito democratiche riunioni in presenza, come si devono sentire gli iscritti ai vari partiti, PD, M5S, Forza Italia, Lega tanto per citarne alcuni, se non fantocci telecomandati da gruppi dirigenti autoreferenziali, che decidono dalla mattina alla sera, il fare ed il disfare, di tacere quando c’è da spiegare una linea politica o decidono il riciclo in nuove formazioni politiche o nuove federazioni? Che dire di un Paese che fu di emigranti e che ora è ricettacolo di ogni immigrazione selvaggia, organizzata dalle mafie, senza un progetto di convivenza pacifica ma soggiogato ad un convivenza sordida e forzata, in quartieri dormitorio, tra chi non ha nulla da spartire con il nuovo arrivato (che, peraltro, solitamente, nessuna intenzione ha di integrarsi, ma fare bensì quello che gli pare come fosse giunto nel paese di “Bengodi”, trafficando droga, organizzando prostituzione, lavoro nero etc.?).
Io non ho mai avuto “paura del diverso” perché scambio culturale ed etnico sono un valore aggiunto per tutti, ma mi incute timore chi viene dal Pakistan ed ammazza la figlia Saman perché non accetta un matrimonio combinato e mi fa persino incazzare che questi ignobilissimi, definiti esseri umani, al di là di una condanna, possano continuare a posare il loro sudicio piede sul suolo italico. Dico questo non perché sono improvvisamente diventato razzista, ma perché in materia di infami in Italia eravamo già ampiamente dotati, dai mafiosi ai camorristi, agli ‘ndranghetisti a quelli della “sacra corona unita”, senza che importassimo la mafia cinese o senegalese o di altra etnia. Sono pacifista, ambientalista ed antifascista e non sono tranquillo di fronte a perenni venti di guerra, massacri ambientali ai quattro angoli del pianeta Terra, di fronte ad una Internazionale nera, nazifascista e suprematista che non viene smantellata. Non mi conforta sapere che in Sassonia-Anhalt l’ultradestra di Alternative für Deutschland raddoppia i suoi voti in Brandeburgo (dal 12,2% del 2014 al 23,8%) e li triplica in Sassonia (dal 9,7% del 2014 al 27,8%). Ricordo con grande dolore che in Sassonia vi erano nella seconda G.M. dei lager nazisti. In uno di essi, lo Stammlager IV F n. 598 di Hartmannsdorf finì, dall’8 settembre 1943 alla liberazione nel marzo 1945, mio zio omonimo. Evandro Dell’Amico, ventenne, internato militare italiano ovvero “schiavo di Hitler”, costretto al lavoro coatto per sostenere lo sforzo bellico della grande Germania, per gli stenti patiti, morì presso l’Ospedale Maggiore di Verona il 13 aprile 1945, dodici giorni prima che l’Italia poté festeggiare la Liberazione dal nazifascismo. Mi chiedo, oggi 8 giugno 2021, da che cosa ci siamo veramente liberati in Italia?
Io che amo gli studi storici e filosofici dall’adolescenza, noto la fallacia della frase attribuita a di George Orwell “Chi controlla il passato, controlla il futuro” perché ho l’impressione di una deriva umana incontrollabile.
Tra la gioia di essere, forse, sortiti dalla fase letale del covid 19 e le sue varianti, grazie ad una massiccia vaccinazione, per la salute dei miei neuroni ed il mio cuore, appesantiti da inquietanti presagi, decido di prendermi una pausa di riflessione di giorni dieci dalla rubrica “Il Buongiorno Dell’Amico”, anche senza prescrizione medica.
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