Priverno, la sanità pubblica e i “cittadini senza diritti”

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PRIVERNO – Vista da vicino l’offerta sanitaria del Distretto n.3 della Provincia di Latina mette paura per la sua inefficienza.

Priverno in questo contesto può essere preso a misura dello sfascio sanitario in atto, anche se c’è una parte della politica locale che cerca di edulcorare quanto sta succedendo sul quel territorio.

Da un ospedale efficiente e strategico (Regina Elena) oggi la popolazione del comprensorio si ritrova una scatola vuota se si eccettua un centro prelievi, si badi bene centro prelievi e non laboratorio analisi, e un centro di primo intervento dove sarebbe interessante conoscere quanti e quali sono gli accessi che produce nel corso dell’anno.

Eppure il responsabile Asl incaricato da Zingaretti soltanto qualche giorno fa, invitato dal sindaco Bilancia, ripeteva che Lui manterrà gli impegni presi: 1. non sarà chiuso subito il punto di primo intervento dell’ex ospedale; 2. ci sarà presto il ritorno, dopo anni di assenza, del medico ginecologico nel consultorio.

Dichiarazione d’intenti accolte con somma soddisfazione da chi in quella riunione partecipava, poi staremo a vedere se queste misere promesse verranno mantenute.

Nell’occasione del “Santo Venuto” a Priverno si è discusso anche della “Fabbrica di San Pietro”: ovvero il cantiere posto in contrada Madonna delle Grazie, il quale dovrebbe essere riconvertito, in cosa, non si è compreso  bene.

Ma certamente non più a “Casa della Salute” visto che è stata realizzata in quel di  Sezze, del resto lo aveva annunciato lo stesso Giorgio Casati nell’aprile scorso.

A questa pochezza di offerta sanitaria per le migliaia di cittadini della zona dei Lepini, che patiscono di  lunghi e costosi viaggi in provincia e fuori regione per curarsi, il rappresentante di Zingaretti per la sanità pontina, nessuna parola ha speso per incrementare di un medico uno dei pochi servizi che funzionano nell’ex ospedale cittadino: il centro dialisi che ha una utenza di ben 28 cittadini in grave stato di bisogno (compresi quelli che la dialisi la facevano a Sezze) e che opera nei giorni dispari la mattina e il pomeriggio e su un solo turno (7-13) nei giorni pari.

Nulla è stato detto e programmato per il prossimo pensionamento del dott. Roberto di Legge (anno 2017) l’unico medico che opera nel famoso pronto soccorso dell’ex ospedale Regina Elena, e c’è da scommettere che una volta passato in quiescenza anche il servizio verrà pensionato.

Nulla è stato disquisito in merito al servizio di radiologia, che funziona un solo giorno a settimana e anche su prenotazione e del servizio Cim, ubicato al terzo piano di quello che fu un ospedale di primo livello negli anni passati.

Insomma: il buio assoluto!

Credo che la questione sia ancora più nera di quella che appare e c’è da scommettere che il futuro sanitario delle migliaia di cittadini di Priverno e del suo comprensorio non si prospetta fausto.

E allora che fare?

Sicuramente essere meno accondiscendenti verso chi sta riducendo in brache di tela il sistema sanitario della Provincia di Latina e nello specifico di Priverno e del comprensorio lepino.

Poi uno scatto di orgoglio, anche con plateali iniziative dei cittadini, inclusi gli amministratori oggi in carica, non guasterebbe.

 

Gina Cetrone

Movimento politico Sì Cambia

 


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