Titolo: Nomadlandia
Regia: Chloé Zhao
Soggetto: Jessica Bruder (dal suo libro Nomadland-Un racconto d’inchiesta (2017))
Sceneggiatura: Chloé Zhao
Montaggio: Chloé Zhao
Musiche: Luigi Einaudi
Produzione Paese: USA, 2020
Cast: Frances McDomand, David Strathaim, Linda May, Swankie, […]
L’atmosfera è grigia, il terreno è coperto da una sottile coltre di neve e lo spazio esteriore è vuoto, cupo, deserto, e Fern (Frances McDormand) con il suo furgone trasformato in camper va su una strada deserta che si perde nel nulla. L’orizzonte è fosco, nebbioso, desolato, e Fern sembra che non abbia una meta ben precisa. Parafrasando Jack Kerouac (dal suo celebre libro On the Road, Sulla strada (1957)), Fern andava ad ovest ed ecco che invece è andata su e giù, a nord e a sud, per tutto il giorno e parte della notte come qualcosa che non riesce a mettersi in moto, perché Fern viaggia come una nomade e non le importa dove andare e, più che guidare, sembra che si lasci trasportare dal suo furgone come un ramo in balia della corrente di un fiume. Forse Fern, colta da angoscia, va alla ricerca di se stessa per riempire il profondo vuoto interiore che le si è creato essendo da poco rimasta vedova e avendo perso il lavoro a causa della chiusura dell’azienda in cui lavorava? Via via, in questo suo peregrinare, incontra campi di nomadi, fa conoscenze con altre persone come lei con cui si confida, a cui apre il suo cuore e fa aprire il loro. Non si perde d’animo e acquista gradualmente consapevolezza di come gestire questo suo nuovo stato di indigenza mai provata sino ad allora. Pian piano incomincia spontaneamente ad apprezzare la nuova vita dando ampio spazio all’altruismo e acquistando quell’umano sentire connesso con l’alterità e l’autenticità. Comprende praticamente che adesso può vivere il presente al di fuori delle convenzioni sociali, affrancandosi dai ricordi e dagli affetti, e fare tutto ciò che vuole in piena libertà, quella libertà che prima il lavoro, la famiglia, gli stereotipi, le abitudini non le permettevano di apprezzare. Acquista pure il senso di comunanza con la natura di cui diventa parte integrante facendosi liberamente e senza remore un bagno in completa nudità. E avvalora il contatto umano con gli altri tant’è che incontra per la seconda volta un giovane schietto ed empatico, la cui bellezza forse la fa infatuare per cui gli recita un sonetto di William Shakespeare, un ricordo dei tempi infantili. Una declamazione che le permette di paragonare quel giovane ad un’estate eterna, alla stagione della vita, la cui bellezza non scomparirà giammai e neppure la morte potrà violarla: Dovrei paragonarti a un giorno d’estate?/ Tu sei più amabile e più tranquillo./ Impetuosi venti scuotono le tenere gemme di Maggio,/ e il corso dell’estate/ ha fin troppo presto una fine./ Talvolta troppo caldo splende/ l’occhio del cielo,/ e spesso la sua pelle dorata s’oscura;/ e ogni cosa bella/ la bellezza talora declina,/ spogliata per caso o per il mutevole corso della natura./ /Ma la tua eterna estate non dovrà svanire,/ né perder la bellezza che possiedi,/ né dovrà la morte farsi vanto che tu vaghi nella sua ombra,/ quando in eterni versi nel tempo tu crescerai:/ Finché uomini respireranno/ o occhi potran vedere,/ queste parole vivranno, e daranno vita a te.”
Il film ha fatto un ampio bottino meritato di premi, tra cui Il Leone d’oro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2020, 3 premi Oscar 2021 (Miglior film, Miglior regista, Migliore attrice protagonista), 2 Golden Globe 2021 (Miglior film drammatico, Miglior regista), 4 Premi al British Academy Film Awards (Miglior film, Miglior regista, Migliore attrice protagonista, Migliore fotografia).
Filmografia
Songs My Brothers Taught Me (2015, The Rider – Il sogno di un cowboy (2017).
Francesco Giuliano
News-24.it è una testata giornalistica indipendente che non riceve alcun finanziamento pubblico. Se ti piace il nostro lavoro e vuoi aiutarci nella nostra missione puoi offrici un caffè facendo una donazione, te ne saremo estremamente grati.