Nella mattina di ieri presso l’Abbazia di Casamari si è tenuta la cerimonia di beatificazione di padre Simeone Cardon, padre Domenico Zawrel, fra Maturino Pitri, fra Albertino Maisonade, fra Modesto Burgen e fra Zosimo Brambat, monaci cistercensi martiri, uccisi tra il 13 e il 16 maggio del 1799 dai soldati dell’esercito rivoluzionario francese, in ritirata da Napoli.
La celebrazione è stata officiata dal cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle cause dei Santi con il vescovo della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino. Mons. Ambrogio Spreafico e l’abate di Casamari, padre Loreto Camilli.
E’ noto che il ritiro dei francesi da Napoli fu accompagnato da scempi, uccisioni ed atti sacrileghi.
La storia, poco conosciuta, racconta che, dopo aver saccheggiato l’abbazia di Montecassino, venti soldati transalpini penetrarono in quella di Casamari, profanando la sacralità del luogo. I monaci cercarono di reagire con tutte le loro forze, per evitare ruberie e devastazione.
I primi a cadere a colpi di sciabola furono i padri Domenico Zawrel e Albertino Maisonade,
Fra Maturino Pitri e fra Modesto Burgen furono inseguiti, raggiunti e uccisi a fucilate. Padre Zosimo Brambat morì fuori dal monastero mentre cercava di raggiungere Boville Ernica per ricevere il sacramento dell’unzione degli infermi, mentre Padre Simeone Cardon cadde il giorno dopo l’assalto.
“Erano uomini fragili e timorosi: vulnerabili, come lo siamo un po’ tutti noi e come si mostra soprattutto questa fase di pandemia. Non erano degli eroi da fumetto, ma delle persone fragili, proprio come lo siamo tutti noi”, un breve stralcio dell’omelia di cardinal Semeraro.
A rappresentare la comunità di Sermoneta il sindaco Giuseppina Giovannoli che, riallacciandosi alle parole dell’alto prelato, ha osservato: “L’impronta del loro martirio resta e anzi diventa quanto mai attuale”.
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