La sconfitta della Latina Basket Benacquista Assicurazioni con Forlì lascia pesanti interrogativi. Sette punti realizzati nel solo primo tempo con percentuali tragicamente basse, un gioco in attacco poco incisivo ed efficace, frutto solo di individualità senza alcuna intesa e schemi validi. Gilbeck è un buon giocatore, un pivot di 2.12 che dovrebbe fare faville ma è utilizzato in modo improduttivo, riceve palloni “sporchi”, viene cambiato dal coach Gramenzi troppo spesso. L’uso della difesa a zona non è mai considerato per i nerazzurri, nemmeno come difesa tattica per spezzare certe situazioni. Forlì – guidata da coach dell’Agnello – è imbattuta capolista del girone rosso ma non ha fatto vedere grandi cose al PalaBianchini. E’ bastata la sufficienza per battere i pontini. Un basket praticamente totale, quello dei romagnoli. Si cerca lo spazio necessario per offendere, l’intercambiabilità dei ruoli, la capacità di giocare dentro e fuori. Non mancano principi di passing game, della vecchia mezza ruota, vengono sfruttati a seconda delle situazioni difensive i pick and roll ed il blocco cieco. La lettura della difesa è una cosa fondamentale per i romagnoli. Bolpin è adesso è uno dei migliori giocatori del girone. Latina è attesa domenica da una dura trasferta a Scafati dove si spera possa conquistare i due punti. I ragazzi debbono ritrovare le giuste motivazioni, vanno resi partecipi alla coralità, creando situazioni diverse e abbandonando il gioco monocorde. Il basket è una disciplina dove non c’è spazio per i miracoli ma dove il migliore alla distanza emerge. C’è solo “the love of the game”. Il destino non si legge nè in una sfera di cristallo nè in un pallone da basket, è il lavoro che conta.
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