Conte troverà una calza piena di carbone. Il ciao(ne) di Renzi s’avvicina

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LATINA- Il Governo presieduto da Giuseppe Conte riceverà la calza della Befana. Facile ritenere che Matteo Renzi inserirà una dose così massiccia di carbone da porre fine, sostanzialmente, all’esperienza dei giallo-rossi. Quel che accadrà dopo il Consiglio dei Ministri di giovedì 7 non è dato sapere. Dai toni utilizzati dal Premier nel corso dell’ultima conferenza stampa, l’impressione è che egli confidi di poter raccattare un po’ di voti in Parlamento: il solito Mastella che sopravvive nei Palazzi per tramite della moglie e qualche amico del Presidente ligure Toti.

Pensare che un Governo possa vivacchiare o sopravvivere in tempi eccezionali come quelli che stiamo attraversando, parrebbe lunare anche ad un fanciullo. Renzi sfilerà Teresa Bellanova ed Elena Bonetti dalla compagine governativa e punterà a sostituire Giuseppe Conte con un esponente dem. Il più blasonato è, oggettivamente, Dario Franceschini.

D’altronde un avvocato che nel suo pur brillante curriculum non vanta neanche una esperienza di consigliere comunale come può essere in grado di accompagnare l’Italia nella gestione dei fondi europei? I dati che arrivano, da più parti, non sembrano incoraggianti. Il Capo dello Stato, nel seguitissimo (15 milioni di telespettatori, 50% in più rispetto al 2019. Precedenti soltanto per Scalfaro nel biennio ’92-’93, ma erano gli anni delle bombe e di tangentopoli) discorso di Capodanno ha avuto sui vaccini parole molto chiare: “La scienza ci offre l’arma più forte, prevalendo su ignoranza e pregiudizi. Vaccinarsi è una scelta di responsabilità, un dovere”. Bene, su 470 mila fiale arrivateci dal Belgio, l’Italia ne ha utilizzate soltanto 35 mila coprendo il 7,6% della popolazione. Siamo gli ultimi in Europa. Scontiamo un regionalismo imperfetto e farraginoso che imporrebbe un riassetto delle competenze fra Stato e Regioni.

Di più, in questi mesi contrassegnati dalla triplice crisi – sanitaria, economica e politica – il rapporto fra potere esecutivo (Governo) e legislativo (Parlamento) è fortemente sbilanciato a favore del primo: su 430 atti relativi alla pandemia, soltanto il 2,7% di questi ha visto il coinvolgimento del Parlamento. Siamo ancora una Repubblica Parlamentare?

Aggiungo soltanto una piccola – in realtà gigantesca- nota di politica estera. I genitori di Giulio Regeni hanno denunciato l’Italia per violazione della legge che vieta la vendita di armi a paesi “autori di gravi violazioni dei diritti umani”. La famiglia del giovane ricercatore ucciso dai servizi egiziani si riferisce alla vendita, da parte Fincantieri, di due navi Frem al Paese di Al Sisi. Tutto ciò nel silenzio pavido e vigliacco di quella sottospecie di Ministro degli Esteri.

Oggettivamente un esecutivo di tal schiatta non potrà che dissolversi allorquando Renzi pronuncerà il suo ciao (ne).

 


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