Il basket di serie A2 non riesce a decollare, ignorato dai media più importanti, con il pubblico assente sulle tribune causa la pandemia e nessun ritorno pubblicitario per gli sponsor.
Sembra si giochi un torneo semiclandestino, con poca visibilità e interesse.
Quattro magazine sono spariti dalla circolazione (Superbasket, Giganti del Basket, Il Basket, Playbasket).
La tv, con Mediasport, si collega una sola volta a settimana per un confronto in diretta, è possibile vedere tutte le partite in streaming grazie alla lnp e un costo molto basso. Le maggiori reti locali come Telecapri trasmettono la in differita, i principali quotidiani sportivi come Gazzetta e Tuttosport non dedicano nemmeno una riga al secondo campionato nazionale. Una pagina a pagamento gestita dalla Lega, esce ogni venerdì sul Corriere dello Sport, molto curata ed efficace.
Nel 1982 la Squibb Cantù ha commissionato alla Demoskopea una ricerca dal titolo: ‘Ricerca sulla pallacanestro in Italia, uno sport di successo per una sponsorizzazione’.
E stata definita l’immagine dello sponsor-prodotto e definite in generale le caratteristiche del prodotto basket e il suo potenziale.
Quattro milioni di italiani seguivano la palla a spicchi, secondo sport di squadra per popolarità, presenza di pubblico ed incassi.
Gli appassionati erano 31 volte superiori a quelli del rugby, la palla ovale è poi riuscita a riempire in ogni ordine di posti lo stadio Olimpico di Roma in occasione del Sei Nazioni.
I tempi sono cambiati. Il momento è davvero critico per il basket, caduto nel dimenticatoio, con share televisivo da partita di campionato giovanile di calcio. Il ritiro della Virtus Roma dalla serie a1 lo dimostra ampiamente.
C’è in atto una profonda recessione non abbiamo visibilità sui media. Complici alcune formule poco comprensibili, la concorrenza di altri sport. Eppure la serie A2 è una vera e propria Lega italiana, con in campo molti ragazzi interessanti, alcuni di questi faranno carriera ad alti livelli, non dimentichiamoli. Nel secondo campionato italico giocano quintetti di città molto popolate come Torino e Napoli, talvolta lo spettacolo non è da buttare. Eppure siamo relegati in un cantuccio, la Lega dovrebbe fare di più per promuovere qualcosa di importante sul piano tecnico. In Italia dobbiamo tornare a curare seriamente i settori giovanili che sono stati incautamente abbandonati. Ci vorrebbero anche più persone, molto appassionate e competenti, per studiare prima il fenomeno negativo in atto e poi prendere le dovute contromisure, gente seria, esperta e preparata che purtroppo non si vede; speriamo che il futuro sia più roseo.
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