Latina, quale fine per i terreni delle Terme di Fogliano dopo il fallimento?

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A Latina, in questi giorni, si è tornato a parlare sulla prossima destinazione dei terreni della società Terme di Fogliano, fallita il 20 dicembre 2017 con conseguente vendita all’asta. Si tratta di settantadue ettari urbanisticamente dotati di una volumetria pari a circa 300. 000 metri cubi. Qualcuno ipotizza di vendere a lotti i 72 ettari. E’ sempre acceso il dibattito fra i cittadini sullo sviluppo futuro della marina. Il termalismo italiano, anche attraverso le voci wellness e fitness, stava recuperando colpo su colpo il terreno perduto negli ultimi anni. Ora per colpa della pandemia l’attività termale è purtroppo ferma. Latina non ha mai sfruttato questa opportunità dal punto di vista turistico, in una zona splendida tra mare, dune, laghi, centri storici, colline, clima eccellente.
Le Terme di Fogliano sono state in funzione con eccellenti risultati dal punto di vista terapeutico. Nei pressi dell’idrovora di Capo Portiere, durante la perforazione per i sondaggi promossi dal presidente dell’Eni Enrico Mattei per la ricerca di gas o petrolio nell’ex palude pontina, nel 1953, si diffuse la notizia che un getto d’acqua solforosa bollente ad alta pressione fuoriusciva da un foro di diametro di 20 centimetri di un pozzo trivellato a 100 metri dalla spiaggia per una profondità di 1.100 metri. A quel tempo il posto era poco abitato, gli unici fabbricati erano la casa cantoniera, l’idrovora adiacente l’osteria Zi’ Maddalena, un podere Onc. Ad una attenta analisi dell’acqua effettuata dal professor Talenti, nel 1955, si stabilì che le caratteristiche salsobromoiodiche erano utili per la cura delle malattie della pelle, eczema, psoriasi, reumatologiche. Si costituì una società, la Siam, con la direzione del commendator Salvatore Cimaglia. L’imprenditore iniziò la costruzione delle cabine termali, complete di tavole per fangatura e vasche tuttora esistenti. Il guardiano della struttura era Mario Campanari. La sede operativa era la costruzione bassa ex colonia marina anteguerra (attuale Hotel Fogliano). Tra il getto del pozzo e le cabine furono installati una dozzina di serbatoi per il recupero dell’acqua che ricadeva, decantando rilasciava sul fondo delle vasche i fanghi che si utilizzavano per le fangoterapie. L’eccedenza dell’acqua delle cisterne veniva incanalata in tubazioni di plastica da 8 cm – prodotte dallo stabilimento Pozzi di via San Carlo da Sezze a Latina – che alimentavano le singole vasche nelle cabine. Le stesse tubazioni si ostruivano molto rapidamente a causa dell’ enorme quantità di calcio presente nell’acqua, rendendo necessario il continuo rifacimento dell’impianto di alimentazione delle vasche terapeutiche. Questo ruolo fu affidato all’artigiano Enrico Pitton coadiuvato da Luigi Coletta e Giancarlo Tanoni. Giancarlo era il figlio della signora Maddalena, titolare dell’osteria accanto (Zi’ Maddalena).
Le terme di Fogliano funzionarono a meraviglia nonostante i prezzi molto alti per accedervi, furono aperte al pubblico pagante per due anni con ottimi risultati terapeutici. Non erano convenzionate con la “mutua”. Una persona anziana benestante di quel tempo – molto nota a Latina – dopo aver provato inutilmente svariate cure mediche per guarire da una grave malattia della pelle su tutto il corpo guarì totalmente grazie ai bagni termali. La morte improvvisa del commendatore Cimaglia bloccò quest’iniziativa sperimentale e la vicenda finì. Il Comune di Latina bloccò inopinatamente la concessione mineraria alla Siam, per “motivi legati alla pubblica utilità”. Quello che ora rimane delle terme sono le cabine termali di Capo Portiere, nascoste da un fitto canneto e un pozzo sigillato e recintato da una rete metallica nei pressi del parcheggio per i clienti dell’Hotel Tirreno.


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Paolo Iannuccelli
Paolo Iannuccelli è nato a Correggio, provincia di Reggio Emilia, il 2 ottobre 1953, risiede a Nettuno, dopo aver vissuto per oltre cinquant'anni a Latina. Attualmente si occupa di editoria, comunicazione e sport. Una parte fondamentale e importante della sua vita è dedicata allo sport, nelle vesti di atleta, allenatore, dirigente, giornalista, organizzatore, promoter, consulente, nella pallacanestro. In carriera ha vinto sette campionati da coach, sette da presidente. Ha svolto attività di volontariato in strutture ospitanti persone in difficoltà, cercando di aiutare sempre deboli e oppressi. É membro del Panathlon Club International, del Lions Club Terre Pontine e della Unione Nazionale Veterani dello Sport. Nel basket è stato allievo di Asa Nikolic, il più grande allenatore europeo di tutti i tempi. Nel giornalismo sportivo è stato seguito da Aldo Giordani, storico telecronista Rai, fondatore e direttore della rivista Superbasket. Attualmente è presidente della Associazione Basket Latina 1968. Ha collaborato con testate giornalistiche locali e nazionali, pubblicato libri tecnici di basket e di storia, costumi e tradizioni locali Ama profondamente Latina e Ponza, la patria del cuore.